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Il contratto dei rider e il vaffa-ministro contaballe

Maurizio Crippa

Di Maio incontra i i lavoratori delle consegne e promette "assicurazione e paga minima". Tutte cose già inserite nel nuovo accordo in vigore da marzo, con il governo Gentiloni. Facile fare le riforme quando gli altri hanno già pedalato

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Se ci fosse ancora un residuo di euforia e di voglia di riderci su, dopo il debutto del Vaffa-governo e nel giorno di Soumayla Sacko, si potrebbe cavarsela e dire che il vaffa-ministro del Lavoro Giggino di Maio è un contaballe tale e quale il portiere della Tunisia (non ditelo a Salvini) Mouez Hassen, che ha fatto finta di essere quasi morto in uno scontro di gioco per aspettare steso sul prato il calar del sole e permettere ai compagni di scavallare il Ramadan per rifocillarsi. Vaffa Di Maio invece ha utilizzato il suo primo giorno di lavoro (dai, non ridete) da ministro per incontrare i rider, i lavoratori sottopagati che consegnano le pizze in bicicletta – loro sono il “simbolo di una generazione abbandonata senza tutele e contratto”, ha concionato – e assicurare loro che d’ora in poi il sistema cambierà.

 

Ora, io non ho mai ordinato una pizza con Foodora in vita mia, ma i ciclisti della consegna rapida mi sono molto simpatici e sono d’accordo che dovrebbero essere pagati il giusto. Però, per tornare al ministro contaballista, c’è da notare che il nuovo Contratto nazionale del settore Logistica Trasporto Merci e Spedizione è entrato in vigore nel marzo scorso, Gentiloni regnante e senza aspettare il debutto della Terza Repubblica, e i rider sono già inseriti nel contratto che riconosce il loro lavoro come “dipendente da svolgere in piena sicurezza”. Molto facile fare le riforme quando gli altri hanno già pedalato, eh?

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