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Sospesi come Froome

Maurizio Crippa

Le mani di Papa Giovanni si sciolgono, Conte va un'ora al Quirinale ma senza la lista dei ministri, una giornata noiosa, ieri. Poi è arrivato il Giro 

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Sospesi. E’ venuto così caldo d’un tratto che si deformano pure le mani di Papa Giovanni. L’avvocato Conte passa un’ora al Quirinale senza aver niente da dire, e forse senza sentirsi rispondere niente. I tempi per estrarre dal cilindro i ministri si fanno lunghi, vaghi. I tempi per riportare lo spread ai “livelli di Letta” – ma inteso Gianni, insomma quando il Cav. affondava e Macron rideva – si fanno invece minacciosamente corti. I tempi per fare un’opposizione che non somigli a una clownerie si fanno biblici, forse persino circolari. Insomma una noia, ieri, come una mosca prigioniera dietro a un vetro. Ma finalmente qualcosa accade, a riscattare tutto il tempo perso. Il Giro, ieri. Chris Froome che se n’è volato via, ottanta chilometri tutti da solo, fino in cima. Un lunghissimo attimo sospeso del tempo, il tempo necessario per scoprire che il ciclismo è icona della vita, quantomeno più del tennis. Pedalavano tutti, ma a un certo punto lui pedalava in un’altra dimensione. Da solo, incurante, chi viene viene, se non ce la fate addio. Mentre finivano gli abeti, mentre finiva l’asfalto, mentre rimanevano solo la terra e il cielo, come ha scritto quel gran poeta di @giostuzzi, è scappato via verso il Colle delle Finestre, che è un posto di fascino infinito, e quest’anno era la Cima Coppi. A chi lo guardava, con la stessa sospensione dell’incredulità che si riserva alle fiabe, Froome sembrava voler dire qualcosa. Ma chissà.

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