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Francesco, Scarp de’ tenis, il santo e il barbùn confessore

Maurizio Crippa

Il Papa arriverà il 25 marzo a Milano e per l’occasione ha rilasciato un’intervista alla rivista promossa dalla Caritas Ambrosiana che si occupa di persone senza dimora

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La prima visita a Milano di Paolo Gentiloni forse Beppe Sala non la scorderà mai. Ma anche l’imminente prima visita di Francesco sotto la Madonnina regala già attimi indimenticabili a chi sia in cerca di un po’ di buonumore (perdonate il ratzingerismo) per la vita senza volersi spingere fino nella ridente Svizzera. Il Papa callejero arriverà il 25 marzo (se non lo farà dimettere prima un complotto di cardinali: gira anche questa voce) e per l’occasione ha rilasciato un’intervista a Scarp de’ tenis, la rivista promossa dalla Caritas Ambrosiana che da 25 anni, con la benedizione di Jannacci, si occupa (ed è venduto da) persone senza dimora (tecnicismo per barbùn). Non è male, fidatevi, la trovate fuori dalle chiese ed è rigorosamente fake news free. Francesco ne ha approfittato per raccontare la meravigliosa e poco nota storia (ma “in Vaticano è famosa”, ha detto) di un homeless di origine polacca che campava in piazza Risorgimento a Roma. “Non parlava con nessuno”. Ma un giorno raccontò la sua storia: “Sono un prete, conosco bene il vostro Papa, abbiamo studiato insieme in seminario”. San Giovanni Paolo II confermò, e volle incontrarlo. “Si abbracciarono dopo quarant’anni, e alla fine di un’udienza il Papa gli chiese di essere confessato dal sacerdote che era stato suo compagno. ‘Ora però tocca a te’, gli disse il Papa”. E il barbùn divenne il confessore di un futuro santo. Magari oggi qualcuno chiederebbe le dimissioni. Non del barbùn, del santo.

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