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Venezia 2021

La Mostra del cinema di Venezia è stata un successo

Mariarosa Mancuso

Tante star sul red carpet, una selezione di film belli, gran folla e green pass per assistere in sicurezza alle proiezioni: l'edizione numero 78 del Festival promossa a pieni voti

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Settecentosessantanove proiezioni totali, 369 con il tutto esaurito. Ecco perché alla Mostra di Venezia non riuscivamo a prenotare questo o quel film delle sezioni collaterali. Bisognava organizzarsi con 72 ore d’anticipo (poi 74, perché non coincidessero con l’inizio degli altri film: il festivaliero non si ferma davanti a nulla, smanetta al buio con il cellulare, pur di aggiudicarsi il titolo desiderato. Da non credere: alle sei e mezzo del mattino già il sistema di prenotazioni diceva “sei in coda”, con l’omino animato che si avvicinava al biglietto agognato.

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Settecentosessantanove proiezioni totali, 369 con il tutto esaurito. Ecco perché alla Mostra di Venezia non riuscivamo a prenotare questo o quel film delle sezioni collaterali. Bisognava organizzarsi con 72 ore d’anticipo (poi 74, perché non coincidessero con l’inizio degli altri film: il festivaliero non si ferma davanti a nulla, smanetta al buio con il cellulare, pur di aggiudicarsi il titolo desiderato. Da non credere: alle sei e mezzo del mattino già il sistema di prenotazioni diceva “sei in coda”, con l’omino animato che si avvicinava al biglietto agognato.

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Per gestire in dieci giorni oltre 150.000 persone che hanno voglia di cinema (al Lido di Venezia e in qualche sala cittadina) ogni spettatore va pilotato verso la sua sala e il suo posto assegnato: missione compiuta, a parte il faticoso avviamento dovuto alla gran folla. il pubblico è aumentato del 63 per cento rispetto all’anno scorso, quando la Mostra diretta da Alberto Barbera per prima sfidò la pandemia. Con ottimi risultati, ma l’affluenza era decisamente ridotta: e del resto i posti in sala erano stati dimezzati. Rispetto al 2019, ultimo anno assembrato tra code all’italiana (quelle che partono con tre persone affiancate e si allargano a dismisura) e posti in sala senza distanziamento, il 2021 ha contato solo un calo del 7 per cento. 

 

Venezia 78, ecco perché è stato un successo

 
La macchina, già rodata, è stata perfezionata. L’obbligatorio green pass era incorporato della tessera d’accredito. C’erano molte postazioni per i tamponi, da prenotare online come i film. Non era prevista tanta folla, e fino all’ultimo gli organizzatori hanno sperato in un aumento dei posti occupabili in sala (al cinema si sta fermi e zitti, mica è un ristorante). Segno del grande successo di una Mostra ricca di film belli e di star: quel che serve per riportare gli spettatori al cinema. Peccato per il Leone d’oro a un film rigoroso e punitivo come “L’Evénément” di Audrey Diwan (le quote rosa hanno avuto anche a Cannes il loro premio). 


Lo scorso luglio al Festival di Cannes si erano contati 70 positivi, con tutte le poltrone occupate e il pass sanitario richiesto solo per entrare alle conferenze stampa e in certe sale. Non c’erano posti assegnati, soltanto il settore o addirittura la fila – su un nostro biglietto trovato dopo vari tentativi c’era scritto “fila 1”, la preferita dai cinefili. A noi fa venire il torcicollo, se poi il film ha i sottotitoli anche gli occhi soffrono. E il sistema contava i posti – diciamo così – a spanne: arrivavi nel settore assegnato, e i posti erano già tutti occupati. Da qui gli anticipi, anche di mezz’ora rispetto all’inizio della proiezione: l’obbligo era indicato sul biglietto. Chi scrive tra un film e l’altro, cercando di vedere più titoli possibili, per golosità e per dovere professionale, sa che mezz’ora torna utile, invece di fissare lo schermo ancora protetto dal sipario.


Non riuscire a veder nulla delle sezioni collaterali, dove per esperienza si scovano vere delizie, è un dispiacere (figuriamoci per chi quei film li ha scritti, diretti e recitati). Ma il posto prenotato con il numeretto è una gran bella novità, evita le code e le proteste davanti alle sale ancora chiuse, motore primo degli assembramenti – suvvia, apritele un po’ prima, pagare un quarto d’ora di straordinari al personale. Il potente dispiegamento di forze che periodicamente tamponava i non vaccinati ha contato tre positivi (rispetto ai 120 previsti dall’algoritmo).

Tutto bene nel recinto della Mostra, molto da migliorare al Lido. Con alle spalle mesi e mesi di mancati incassi, chiudere le cucine dei ristoranti alle dieci di sera non sembra una mossa astuta (inutile dire che a Cannes e a Berlino il cibo – buono – te lo tirano addosso a tutte le ore). Il festivaliero placa i morsi della fame con l’ottimo baccalà mantecato venduto al supermercato. Attorno al Palazzo del Cinema sono stati aperti parecchi chioschi, ma alle dieci di sera i panini e le focacce son finiti. Se ne rimane qualcuno, cambiate per favore le luci del banco: paiono grigi e stanchi come chi li dovrebbe mangiare. Meglio il piano B: cenare con un gelato.

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