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La globalizzazione spiegata col panettone

Redazione

Produttività, internazionalizzazione, qualità. Modelli di ottimismo natalizi

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Con la corsa al panettone – auguri – che ha per oggetto di desiderio i prodotti di pasticceria d’alta gamma, il siciliano Nicola Fiasconaro, vincitore del premio per il miglior panettone 2018 (quest’anno se lo contendono due aziende campane, a conferma che un sud in grado di emulare le eccellenze del nord, quando vuole esiste), ha parlato dell’azienda familiare di Castelnuovo sulle Madonie, dove dà lavoro a 150 famiglie in un centro di 10 mila abitanti, 35 associazioni culturali e una filiera del cibo, canditi, uvetta, manna, pistacchi di Bronte, Marsala, born in Sicily che fattura 21,5 milioni con 3,5 d’incremento annuo. Fiasconaro guarda anche ai mercati internazionali, pur con cautela, mentre la dimensione “glocal” l’hanno raggiunta da tempo e in varia misura nomi come Cucinelli, Lunelli, Luxottica, Ferrari. Moda, spumante, occhiali, auto da corsa e granturismo. Tutte queste aziende hanno però altro in comune, oltre al glamour e al produrre locale e pensare e vendere globale: applicano modelli di welfare, dai premi di produttività agli asili all’assistenza sanitaria, che vanno ben oltre le leggi dello stato e i contratti sindacali e confindustriali. Ma non solo. Cucinelli a Solomeo in Umbria, Fiasconaro a Castelnuovo in Sicilia, Ferrari a Maranello, Lunelli a Trento, Del Vecchio nel bellunese investono anche in ricerca, cultura e nei territori senza reclamare sussidi pubblici, senza slogan autarchici e senza esibirsi in piagnistei assistenzialistici. In un certo senso sono riusciti a dimostrare che l’ottimismo genera successo, oltre ovviamente che viceversa. Non sono certo gli unici: vedere a Caiazzo (Caserta) come “Pepe in Grani” di Franco Pepe, premiata ripetutamente come miglior pizzeria d’Italia, ha restaurato un paese di 5.500 abitanti e sottratto un’intera vallata alla retorica del degrado. Sarebbe utile conoscere queste storie per vedere sotto una luce diversa esempi opposti di salvataggi come Pernigotti o Melegatti, in regioni certo non depresse. Sicuramente nessuno dei protagonisti citati come buoni esempi crede che per sopravvivere sia indispensabile una banca popolare, una compagnia di bandiera o una Cdp. Per non parlare di redditi di cittadinanza. Auguri.

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