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l'intervento

Mariana Mazzucato alla Pontificia accademia per la vita. Ci scrive mons. Paglia

Per il monsignore la nomina dell'economista atea e convintamente favorevole all’aborto è coerente all'idea del Papa di allargare "lo spettro degli ambiti della ricerca per includervi campi fino ad allora poco o per nulla esplorati". La risposta di Matteo Matzuzzi

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Al direttore - Come anche il suo giornale non ha mancato di notare, la nomina dell’economista Mariana Mazzucato ha suscitato alcune polemiche per l’appoggio della studiosa, attraverso l’uso di alcuni social media, a posizione politiche pro choice nel paese dove lavora, gli Stati Uniti. Appoggio che si evince, esclusivamente, da like e inoltro di tweet. Mi preme, dunque, sottolineare, le ragioni di una scelta, dato che non sembrano chiare. Né è mia intenzione semplicemente rimandare al puro fatto che, come accade per ogni nomina di accademico ordinario, il Papa in persona abbia ribadito che si è trattato di nomina pontificia.

E’ evidente, infatti, che l’organismo che presiedo abbia avuto un ruolo nella lunga procedura che ha condotto alla scelta e che ha coinvolto livelli differenti. Mazzucato è un’economista i cui lavori sono pubblici e famosi. Forse non condivisibili, come è normale che sia, trattandosi di ricercatrice scientifica. Di certo nessuna fonte del suo pensiero scientifico ha mai messo in dubbio il magistero della Chiesa. Già nel 2006 Benedetto XVI introduceva il tema dell’apporto degli scienziati al lavoro di ricerca che anche la Santa Sede approfondisce: “Il punto di partenza – disse il Papa –  della rivelazione biblica è l’affermazione che Dio ha creato gli esseri umani, dotati di ragione, e li ha posti al di sopra di tutte le creature della terra. In questo modo l’uomo è diventato colui che amministra la creazione e l’‘aiutante’ di Dio. Se pensiamo, per esempio, a come la scienza moderna, prevedendo i fenomeni naturali, ha contribuito alla protezione dell’ambiente, al progresso dei paesi in via di sviluppo, alla lotta contro le epidemie e all’aumento della speranza di vita, appare evidente che non vi è conflitto tra la Provvidenza di Dio e l’impresa umana”.

Il suo giornale mi pare tra i più attenti nel riconoscere come negli ultimi decenni, con l’avvento del tempo della globalizzazione e del mercato libero, la scienza economica abbia assunto un grande rilievo nel determinare e condurre le sorti della politica e della vita sociale. Mazzucato ha posizioni facilmente interpretabili da occhi e menti esperte nel campo dove è competente. Mi sarei aspettato – e mi aspetterei semmai – critiche, apprezzamenti e analisi sulle teorie economiche per cui la professoressa si è spesa e per la quale è parso a questa Accademia di doverla proporre come una risorsa per individuare cammini atti ad alleviare le diseguaglianze nel mondo e, dunque, a favorire la vita. Dal 2016, del resto, Francesco ha espressamente chiarito come fosse opportuno che l’Accademia che presiedo allargasse lo spettro degli ambiti della propria ricerca per includervi campi fino ad allora poco o per nulla esplorati.  Converrà con me che, essendo io presidente di un’Accademia, sono chiamato a valutare gli accademici secondo i criteri di questo mondo – le Accademie – e non in base a eventuali tweet o like su temi per cui, invece, abbiamo valutato altri scienziati che sono presenti attivamente nell’Accademia.

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Auguro dunque, alla nuova accademica, un buon lavoro mentre la rinvio alla grave responsabilità cui è chiamata con le parole di San Giovanni Paolo II: “Gli scienziati, proprio perché ‘sanno di più’, sono chiamati a ‘servire di più’. Poiché la libertà di cui godono nella ricerca dà loro accesso al sapere specializzato, hanno la responsabilità di utilizzare quest’ultimo saggiamente per il bene di tutta la famiglia umana”. La ringrazio del suo lavoro e per l’ospitalità.

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Vincenzo Paglia 
Presidente Pontificia accademia per la vita

 

Eccellenza, nulla da eccepire sul fatto che un’Accademia (che è luogo di discernimento e discussione) debba aprirsi a “campi poco o per nulla esplorati”. Nominare però  membro di un’Accademia pontificia, e per di più quella “per la vita”, un’economista dichiaratamente  abortista, è qualcosa di diverso. Converrà che è complicato comprendere come una personalità con idee del genere, pur legittime, possa far parte di un organismo che la vita dovrebbe promuovere.  Come dice bene, lei è chiamato a valutare gli accademici secondo i criteri di questo mondo, ma in questo mondo anche un like, un tweet o un retweet possono creare problemi seri. Comprenderà che per un semplice fedele sarà arduo ricordare le parole del Papa secondo cui l’aborto “è  un omicidio e non è lecito diventarne complici”, quando poi nella Pontificia accademia per la vita da lei presieduta ci finisce una signora abortista convinta. (Matteo Matzuzzi)

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