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La “svolta occidentale” del Papa sulle unioni civili

Sergio Soave

Quella che in occidente è considerata una concessione sulle nozze gay, altrove sarà vista come una sfida

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Ha destato molto interesse il documentario di Evgeny Afineevsky che contiene una dichiarazione di Papa Francesco a favore delle unioni gay. “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia – ripete – Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. Ciò che pare rilevante è che Francesco non si riferisce al riconoscimento delle unioni omosessuali come a un portato della secolarizzazione che deve in qualche modo essere tollerato, ma di un diritto che va riconosciuto e per il quale il Pontefice stesso si è battuto. 

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Ha destato molto interesse il documentario di Evgeny Afineevsky che contiene una dichiarazione di Papa Francesco a favore delle unioni gay. “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia – ripete – Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. Ciò che pare rilevante è che Francesco non si riferisce al riconoscimento delle unioni omosessuali come a un portato della secolarizzazione che deve in qualche modo essere tollerato, ma di un diritto che va riconosciuto e per il quale il Pontefice stesso si è battuto. 

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Il riconoscimento è civile, non ha niente a che fare con il matrimonio sacramentale e la posizione del Papa è una scelta politica, non dottrinale. Tuttavia incide anche sulle tematiche dottrinali, specialmente su quelle che insistono sull’esclusiva funzione generativa del rapporto sessuale, che peraltro è già stata messa in discussione da varie posizioni papali in cui si parla della gioia che nasce dal rapporto sessuale come dono di Dio. Nel corso dei secoli sono molte le definizioni di fatti peccaminosi che si sono via via attenuati fino a scomparire. Per esempio il peccato di gola, considerato capitale nel Medioevo, oggi ha perso senso. Nella morale sessuale l’omosessualità viene comunemente definita un “grave disordine”, ma molti si domandano se il disordine sia intrinseco oppure conseguenza della discriminazione e della non accettazione degli omosessuali da parte delle istituzioni e della chiesa. Il Papa ha preso posizione netta a favore di questa interpretazione, forse minoritaria nell’episcopato, ma che ha sostenitori in chiese importanti, come quella tedesca. Anche se le dichiarazioni contenute nel documentario erano precedenti alle recenti prese di posizione della Conferenza episcopale tedesca, che qualcuno ha paragonato all’annuncio di una nuova “protesta” dopo quella luterana, è evidente che si riscontra una convergenza netta tra le affermazioni del Pontefice e gli orientamenti prevalenti nell’episcopato tedesco.

 

 

Anche da questo punto di vista ci si trova di fronte a una novità: si potrebbe dire che è la prima svolta di tipo “occidentale” di un pontificato che si era caratterizzato come terzomondista, soprattutto nella lettura dei processi economici. Le unioni civili tra omosessuali, per le quali Francesco rivolgendosi al mondo intero dice che “dobbiamo creare una legge”, sono già riconosciute per legge nella maggior parte dei paesi occidentali, mentre questo percorso è ancora accidentato in molti paesi dell’oriente, dell’Africa e del Sudamerica. In alcuni di questi, l’omosessualità è tuttora considerata un reato, che comporta pene pesantissime, talora persino quella di morte. L’impegno di Francesco non è privo di un prezzo sul terreno delle relazioni internazionali e questo, più che il dibattito dottrinale che si aprirà, sarà il problema più complesso che il Pontefice dovrà affrontare. Quella che in occidente può essere considerata una concessione e una pacificazione con la sensibilità e l’orientamento legislativo prevalente, in tante altre parti del mondo sarà letta come una sfida, della quale va apprezzato il coraggio evangelico.

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