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Editoriali

Il Papa rimandato sulla globalizzazione

Redazione

Francesco suggerisce al mondo una decrescita consapevole. Prego?

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Papa Bergoglio, in occasione della Giornata per la cura del creato, ha inviato un appello che molti hanno interpretato come un invito a muoversi in direzione di una “decrescita consapevole”. Il cuore del suo appello sta nella richiesta di una “giustizia riparativa” nei confronti dei paesi di quello che una volta si chiamava il terzo mondo, il sud del pianeta sottoposto a uno sfruttamento “che ha provocato un enorme debito ecologico, dovuto principalmente al depredamento delle risorse e all’uso eccessivo dello spazio ambientale comune per lo smaltimento dei rifiuti”. Nell’ambito di questo ragionamento, della richiesta di “stili equi e sostenibili di vita”, non c’è spazio per una ripresa economica e produttiva, nemmeno dopo la caduta repentina determinata dalla pandemia, ma solo per misure egualitarie. Lo dice il Pontefice quando afferma che “la crisi, in un certo senso, ci ha dato la possibilità di sviluppare nuovi modi di vivere”.

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Papa Bergoglio, in occasione della Giornata per la cura del creato, ha inviato un appello che molti hanno interpretato come un invito a muoversi in direzione di una “decrescita consapevole”. Il cuore del suo appello sta nella richiesta di una “giustizia riparativa” nei confronti dei paesi di quello che una volta si chiamava il terzo mondo, il sud del pianeta sottoposto a uno sfruttamento “che ha provocato un enorme debito ecologico, dovuto principalmente al depredamento delle risorse e all’uso eccessivo dello spazio ambientale comune per lo smaltimento dei rifiuti”. Nell’ambito di questo ragionamento, della richiesta di “stili equi e sostenibili di vita”, non c’è spazio per una ripresa economica e produttiva, nemmeno dopo la caduta repentina determinata dalla pandemia, ma solo per misure egualitarie. Lo dice il Pontefice quando afferma che “la crisi, in un certo senso, ci ha dato la possibilità di sviluppare nuovi modi di vivere”.

   

Il problema non sarebbe, quindi, quello di recuperare il più presto possibile un livello di produzione di consumi e di scambi simile a quello precedente, ma al contrario mantenere ed estendere le “virtuose” restrizioni che si sono verificate. E’ un impasto di tematiche ecologiche, di rivendicazioni terzomondiste, di egualitarismo antiproduttivo. Non è chiaro nemmeno il carattere religioso del messaggio, che ha contenuti di tipo economico-sociali, e che quindi può essere valutato soprattutto con i criteri propri di questi ambiti. La povertà sembra una condizione da ricercare, non da superare, uno stile di vita più che una condizione della quale liberarsi, lo sviluppo economico non è la strategia per la crescita, i cui proventi debbono essere distribuiti più equamente, ma è la causa di tutti i disastri sociali e ambientali. Il Papa, che va rispettato come autorità religiosa, quando si avventura sul terreno delle battaglie economiche fatica a nascondere alcuni tratti estremistici nel momento in cui nega una doppia verità: per combattere le diseguaglianze occorre creare più ricchezza e per produrre più ricchezza occorre combattere le teorie della decrescita scommettendo sulla globalizzazione.

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