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La chiesa e il ghiacciaio

Matteo Matzuzzi

L’Osservatore Romano dedica metà della sua prima pagina di ieri alle temperature elevate, alla siccità in Svizzera, al grido silenzioso della terra. E pubblica una letterina al ghiacciaio islandese Okjökull

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Fa caldo, e l’Osservatore Romano ha pensato di dedicare metà della sua prima pagina di ieri alle temperature elevate, alla siccità in Svizzera, al grido silenzioso della terra. Niente di strano, per l’organo ufficiale dello stato plastic-free. In mezzo al grido di dolore per il pianeta ferito, ecco la letterina al ghiacciaio islandese Okjökull (foto sotto), che “a causa dei cambiamenti climatici, è ‘dimagrito’ sempre più fino a diventare piccolo piccolo”. Gli islandesi – s’informa – gli hanno persino dedicato una targa. Lutto, insomma, perché “avendo oggi misure ridottissime non è più considerato un ghiacciaio. E’ morto e tutti ne siamo responsabili”. Speriamo risorga anche lui. 

 

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