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Corsi e ricorsi politici

Massimo Bordin

Andrea Marcucci sembra Gianfranco Fini con l'allora Lega Nord. Il futuro governo Di Maio-Salvini come il Berlusconi I

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Certo la politica non si ripete mai in modo identico e le analogie non sempre aiutano a capire quel che succede, anzi spesso portano fuori strada, però alcune coincidenze possono far riflettere. Per esempio: “Con quelli del M5s al massimo posso prendere un caffè”, battuta pronunciata in una intervista ieri dal neo capogruppo dei senatori del Pd fa pensare ad una frase quasi uguale pronunciata a suo tempo da Gianfranco Fini a proposito della Lega Nord.

 

Così come le divergenze, forse sceneggiate ma pur esistenti, fra Di Maio e Salvini possono ricordare gli esordi del primo governo Berlusconi, nato dopo una travagliatissima gestazione dovuta alle differenze, evidenti a tutti, fra Berlusconi e Bossi. In quel caso Pannella cercò, senza ottenere soddisfazione, di convincere il Cavaliere a mandare tutto all’aria e ottenere nuove elezioni da abbinarsi a quelle europee che erano prossime. I sondaggi di allora vedevano in crescita Forza Italia per il noto effetto dovuto al fascino del vincitore. Oggi propositi simili a quelli dell’allora inascoltato Pannella sembrano aleggiare sopra le controversie esibite. Il problema è che nel caso attuale i vincitori sono due. La possibilità dello scioglimento delle camere è una tentazione in più per molti sistemi politici. Fanno eccezione gli Usa dove la data delle elezioni è fissa e solo eventi straordinari possono interrompere una presidenza ma non sciogliere un parlamento. Neanche lì però è possibile mettere riparo al risultato, come mostra l’attualità.

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