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Per Travaglio conta solo il parere dell'accusa

Massimo Bordin
Non ho una idea precisa sulla scelta di Vasco Errani come organizzatore per la ricostruzione dei paesi colpiti dal terremoto. In casi analoghi governi diversi hanno scelto di affidarsi talvolta a un tecnico talaltra a un politico.
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Non ho una idea precisa sulla scelta di Vasco Errani come organizzatore per la ricostruzione dei paesi colpiti dal terremoto. In casi analoghi governi diversi hanno scelto di affidarsi talvolta a un tecnico talaltra a un politico. I risultati sono stati altalenanti per entrambe le categorie. Errani è comunque un politico che è competente in materia perché ha lavorato alla ricostruzione dopo il terremoto in Emilia. Si era però dovuto dimettere per una vicenda giudiziaria relativa a storie precedenti. Assolto in primo grado, condannato in appello,e dopo un annullamento della cassazione assolto nel nuovo appello. Dunque si tratterebbe per lui di tornare a fare quello che era stato costretto, ingiustamente vista la sentenza, a interrompere. Ma sarebbe comunque inopportuno, sostiene il direttore del Fatto. Dunque le sentenze di piena assoluzione non valgono nulla? Esatto, secondo Marco Travaglio non valgono nulla. Non è da parte sua una presa di posizione strumentale contro il governo che pure non ama. Stavolta è perfettamente coerente, l’ha sempre pensata così. Quello che conta per lui è il parere dell’accusa. Una volta ottenuto il rinvio a giudizio, cosa che avviene nove volte su dieci, il processo diventa un dettaglio irrilevante. Nel momento in cui un giudice sentenzia che occorre fare un processo  per decidere la sorte dell'imputato, per Travaglio essa è già segnata e se per caso l'imputato dovesse essere assolto, avrà solo voluto dire che è stato fortunato. Si accontenti e sparisca.  
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