L'America bombarda lo Stato islamico anche in Siria. Obama: "Più forti se uniti"
Il presidente americano: "Intervenendo abbiamo sventato un attacco di al Qaeda agli interessi americani e occidentali". I combattenti uccisi sono 70. Sono 50 invece gli obiettivi logistici colpiti.
Lo Stato islamico sotto attacco anche in Siria. Caccia e Predator americani hanno bombardato diversi obiettivi militari terroristici nei territori circostanti Raqqa e Deir ez Zour, nel nord est del paese. Una novità annunciata, dopo che gli Stati Uniti avevano formato una coalizione internazionale affermando la volontà di attaccare i jihadisti anche in Siria. All'attacco aereo hanno partecipato anche gli alleati arabi che hanno dato il proprio assenso alla missione a guida americana, Bahrain, Giordania, Qatar, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Il sottoammiraglio John Kirby ha dichiarato che l'operazione è stata avviata con un mix tra bombardamenti aerei e lancio di missili Tomahawk dalle unità della Marina nel Mediterraneo senza incontrare alcuna resistenza da parte dell'esercito siriano.
Il governo siriano era stato informato già ieri dell'inizio dei raid degli Stati Uniti nel suo territorio contro le postazioni dei jihadisti. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri di Damasco, stando a quanto riportato dall'agenzia ufficiale Sana: "L'America ha informato il rappresentante permanente alle Nazioni Unite a New York che ci sarebbero stati attacchi contro lo Stato islamico a Raqqa", hanno fatto sapere da Damasco, sottolineando che le operazioni sono state condotte con l'avallo del governo centrale. L'Iran, per bocca del presidente Rohani, ha invece smentito che la Casa Bianca abbia avvisato al Assad dei bombardamenti e ha definito l'attacco "illegale".
I raid, effettuati in tre tornate, hanno portato anche all'uccisione di almeno 70 combattenti del Califfato, oltre ad alcuni miliziani appartenenti ad al Qaeda. "Tra gli obiettivi colpiti, ha dichiarato Kirby, "depositi di munizioni, blindati " e un totale di circa 50 "target logistici" utilizzati dallo Stato islamico, ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani. "Risponderemo a questi attacchi", ha riferito una fonte dello Stato islamico a Reuters via Skype, condannando i "figli si Saloul", termine usato per indicare la casa regnante in Arabia Saudita che ha sostenuto l'avvio delle operazioni militari. Funzionari della difesa americana hanno detto che il principale obiettivo di questi raid in territorio siriano è di privare lo Stato islamico di rifugi sicuri nei quali riorganizzarsi. Nelle ultime due settimane infatti numerosi droni avevano sorvolato la provincia di Raqqa per perlustrare il territorio e studiare le mosse delle milizie jihadiste.
[**Video_box_2**]L'alleanza messa in piedi dagli Stati Uniti ha visto una buona partecipazione dei paesi sunniti mediorientali, sebbene anche tra questi resta una certa diffidenza riguardo alla sua efficacia. Dubbi che interessano anche alcuni paesi europei, storicamente alleati con Washington: fra questi la Gran Bretagna che, seppur abbia appoggiato Obama nell'offensiva contro lo Stato islamico, è rimasta più defilata circa il suo coinvolgimento attivo. Parigi ha di contro mostrato un interventismo molto più convinto, iniziando raid aerei in Iraq al fianco degli Stati Uniti. La decisione del presidente Hollande non dovrebbe cambiare nemmeno dopo il rapimento di un cittadino francese in Algeria per mano di un gruppo di combattenti fedeli al Califfo. "Avete 24 ore per interrompere i raid in Iraq", hanno fatto sapere i sequestratori, "altrimenti il detenuto morirà". Secca la replica dell'Eliseo che ha ribadito di non voler cedere ai ricatti degli estremisti.