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Genova è la Giggina Di Maio dei capoluoghi

Andrea Mercenaro

Diventerà la prima città d’Italia, nemmeno la seconda, la prima, a sperimentare il trasporto urbano gratuito.  L’ha promesso il sindaco. Per combattere l’inquinamento da traffico, giura

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Genova. La mia Genova. Il sugo per la pasta fatto solo di erba. L’invenzione rivoluzionaria della partita doppia nel sistema bancario. Per guadagnare due lirette in più. Il posto dove Giobatta moriva e vabbé: “ci avrà avuto il suo interesse”, si commentava contriti. Potevi ammazzare una dozzina di persone per notte, nell’angiporto, ma un debito di tre centesimi e ti incardinavano alla gogna della Colonna infame. La città in cui manovale si dice “massacàn” da quando diecimila pisani, prigionieri, vennero messi a costruire le mura mangiando ceci quando andava bene. E i trisavoli nostri, guardando da sotto, gridavano forte: “Amassèli cumme chén”, ammazzateli come cani. Tuttora si dice: massacàn.  Ecco. Sarà per questo che Genova diventerà la prima città d’Italia, nemmeno la seconda, la prima, a sperimentare il trasporto urbano gratuito.  L’ha promesso il sindaco. Per combattere l’inquinamento da traffico, giura. Sul serio. L’inquinamento. Mica a Bologna la piatta. A Genova marina. Con quella cazzo di tramontana che imperversa. Talché, sugli autobus, tra un po’ si viaggia gratis. Gratis. Dico gratis. A Genova. Si vede proprio, belìn, che di questi tempi è tutto un migliorare e tutto un progredire. Ti giri di là cinque minuti? Oplà. E ti diventa Genova, taccagna mia, avara secolare dei miei avi, la Giggina Di Maio dei capoluoghi.

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