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Una fogliata di libri

Le perfezioni

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Vincenzo Latronico, Bompiani, 144 pp., 16 euro

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L’ambiente che avevano intorno, che avevano scelto e creato, in cui dormivano e lavoravano era l’unica manifestazione tangibile di ciò che erano. Quella casa e quegli oggetti non si limitavano a corrispondere alla loro personalità: le fornivano un punto d’appiglio, dimostrando ai loro stessi occhi la solidità di uno stile di vita che da una prospettiva diversa (quella che sarebbe stata la norma una generazione prima) appariva friabile”. Le cose, gli oggetti, il mondo artificiale che circondano Anna e Tom, coppia di creativi italiani trapiantati a Berlino, racconta in modo esatto la loro identità. Quello che sono, che si sono immaginati di diventare e che hanno cercato di essere agli occhi degli altri. Un presente teso alla perfezione, al canone. Una casa fatta degli oggetti giusti e nel luogo giusto; una vita costellata dalle giuste frequentazioni, una relazione che risponde al sentire dello spirito del tempo. La tensione costante a un ideale estetico che si fa via via contenuto, sostanza delle proprie giornate.

 

 “La vita promessa da queste immagini è terza e concentrata, facile”. Una vita facilmente riproducibile dai social network, che contiene certi paradigmi, che ricalca certe aspettative (per lo più autoindotte). Si erano allontanati dalla loro città d’origine Anna e Tom perché la sentivano stretta, perché “si sentivano mancare la libertà di essere sé stessi, cioè di inventarsi, cioè di essere diversi da sé stessi”. Eppure a Berlino sperimentano che la libertà scelta forse non è più tale, che gli schemi estetici  cui hanno desiderato di aderire per sentirsi liberi ora li hanno posti in una condizione di costrizione diversa, forse più sofisticata e sottile ma non meno vincolante. Anna e Tom hanno sentito l’esigenza di domare la realtà fino a farla collimare con la sua immagine, ma in questa immagine sono rimasti imprigionati. E profondamente insoddisfatti, come assopiti in un torpore che però non dà scampo, in un’angoscia che diventa tempesta. “Non sempre la realtà era fedele alle immagini”, alle perfezioni ricercate come quelle del guardaroba in copertina illustrato da Clara Rubin, dove – nella varietà – tutto è al proprio posto, in equilibrio perfetto ma forse allo stesso tempo precario. Dove se si sposta un abito può crollare tutto. 

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Vincenzo Latronico restituisce con tratteggio perfetto il ritratto agile e chirurgico di una generazione. E’ una lettura scomoda, avvincente perché lucida e allo stesso tempo senza sconti. Ci mostra cosa appare per disvelare ciò che è. Ciò che si è. 

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Le perfezioni
Vincenzo Latronico
Bompiani, 144 pp., 16 euro

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