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Una fogliata di libri

Metropolis

Roberto Persico

La recensione del libro di Ben Wilson. Il Saggiatore, 568 pp., 34 euro

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Per una volta, si può cominciare dalla fine. L’ultimo capitolo del libro di Ben Wilson, ricercatore a Cambridge e columnist di Spectator e Guardian, è dedicato alle megalopoli odierne. Che, è vero, si stanno espandendo nei luoghi più ricchi di diversità biologica, mettendo a rischio migliaia di specie animali e vegetali, e “stanno fagocitando larghe fette dei terreni agricoli più fertili del mondo”. Ma al tempo stesso sono un laboratorio di strategie di adattamento a rapporti fra tessuto urbano e natura finora inediti: dalla riqualificazione delle autostrade urbane a Seul alla moltiplicazione delle aree verdi su tetti, muri e marciapiedi a Singapore, dall’ottimizzazione dei consumi di acqua grazie all’IA a Santander agli orti urbani in mille angoli del mondo, le città ancora una volta stanno dando prova della loro capacità di adattamento. Caso estremo ed emblematico è Lagos, “per alcuni, simbolo della catastrofe del mondo moderno; per altri, testimonianza dell’incredibile capacità della nostra specie di adattarsi all’ambiente urbano e di renderlo familiare, per quanto inospitale e spaventoso appaia”.

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Per una volta, si può cominciare dalla fine. L’ultimo capitolo del libro di Ben Wilson, ricercatore a Cambridge e columnist di Spectator e Guardian, è dedicato alle megalopoli odierne. Che, è vero, si stanno espandendo nei luoghi più ricchi di diversità biologica, mettendo a rischio migliaia di specie animali e vegetali, e “stanno fagocitando larghe fette dei terreni agricoli più fertili del mondo”. Ma al tempo stesso sono un laboratorio di strategie di adattamento a rapporti fra tessuto urbano e natura finora inediti: dalla riqualificazione delle autostrade urbane a Seul alla moltiplicazione delle aree verdi su tetti, muri e marciapiedi a Singapore, dall’ottimizzazione dei consumi di acqua grazie all’IA a Santander agli orti urbani in mille angoli del mondo, le città ancora una volta stanno dando prova della loro capacità di adattamento. Caso estremo ed emblematico è Lagos, “per alcuni, simbolo della catastrofe del mondo moderno; per altri, testimonianza dell’incredibile capacità della nostra specie di adattarsi all’ambiente urbano e di renderlo familiare, per quanto inospitale e spaventoso appaia”.

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Dietro il traffico, la sporcizia, il caos di Lagos infatti ferve una vita che permette a milioni e milioni di persone di uscire dalla miseria stagnante delle campagne e di costruirsi condizioni via via più dignitose: “La Lagos del 2020 è molto diversa da quella del 2000, che sembrava carambolare verso il disastro. Oggi la sua economia è in piena espansione, così come la musica, la moda, il cinema, la letteratura e le arti. Mega in tutti i sensi, Lagos pulsa di energia frenetica; il suo dinamismo è inebriante”. Il motore di tutto questo? L’intraprendenza, la capacità di iniziativa, l’inventiva di milioni di persone a continuo contatto le une con le altre. Ovvero, la stessa ricetta che ha caratterizzato tutte le città della storia, dalla Uruk sumera alla Londra del XVIII secolo, dalla Baghdad dei califfi alle città della Lega Anseatica alla New York del Novecento. Così, il libro di Ben Wilson è una cavalcata attraverso la creatività degli esseri urbani, con la loro genialità e i loro fallimenti, fra i problemi materiali e le risorse della vita quotidiana (chi avrebbe detto quanta importanza ha sempre avuto il cibo di strada, dalla  Roma antica a oggi?). E si scopre che una città funziona non quando un potere cerca di imporle una “coerenza artificiosa”, ma quando si mette a servizio dell’ingegno e dell’intraprendenza dei suoi abitanti.

 

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Metropolis
Ben Wilson
Il Saggiatore, 568 pp., 34 euro

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