Gli azzardi del corpo
La recensione del libro di María Ospina Pizano, Edicola Ediciones, 144 pp., 14 euro
Quante cose possiamo vedere dentro gli alberi della giungla, nelle trame intricate del soffitto di un ipermercato, tra i nostri peli, dalla finestra, nelle finestre del nostro corpo. Quante le storie in cui riusciamo a ripararci, gli occhi e gli arti di altri a cui possiamo chiedere d’inghiottirci e farci sparire, anche se per poco. In nessuna storia c’è mai una storia sola, ce ne sono sempre tante – luminose, malinconiche e feroci – che esistono insieme: è quello che ci mostra María Ospina Pizano in Gli azzardi del corpo, meravigliosa raccolta di racconti pubblicata da Edicola Ediciones e ambientata a Bogotà.
María Ospina Pizano, nata nel 1977 in Colombia, insegna cinema e letteratura latinoamericana alla Wesleyan University, e studia la costruzione, nei film, nei libri e nella cultura pop, delle topografie contemporanee della giungla e delle realtà rurali dell’Amazzonia e delle frontiere naturali. Edicola Ediciones, casa editrice italo-cilena con doppia sede a Ortona e a Santiago, ha il merito di aver pubblicato questa scrittrice sia in Cile sia in Italia, dove ci arriva nella bella resa di Amaranta Sbardella, traduttrice il cui nome sembra spuntato da una storia di Bianca Pitzorno (un’altra piccola magia di questo libro e dei cunicoli sotterranei con cui collega le donne che ci vivono dentro e anche tutte quelle che, vivendo fuori, potranno leggerlo). Sono molti gli azzardi del nostro corpo ed è traspirante il suo mistero: quel suo essere, da corpo, ciò che fa di noi un punto vivo dentro una cartografia, geografica e interiore, per tutto il tempo in cui saremo passanti di questo pianeta.
GLI AZZARDI DEL CORPO
María Ospina Pizano
Edicola Ediciones, 144 pp., 14 euro