Trans-Atlantico
Witold Gombrowicz
il Saggiatore, 205 pp., 24 euro
Quando Witold Gombrowicz partì per Buenos Aires non sapeva che con quel viaggio sarebbe fuggito dalla Polonia, dalla guerra e dalla storia. Si imbarcò sul transatlantico Chrobry come scrittore, pagato per raccontare il viaggio sulle pagine dei giornali, ma mentre era nel mezzo dell’oceano, lontano dalla sua nazione, immerso nella modernità, la Polonia venne invasa dalla Germania nazista. Il Chrobry arrivò a Buenos Aires, lui scese e non tornò più a bordo, rimase lì a scrivere, dagli uffici del Banco polacco dove era stato assunto, il romanzo della guerra vista in lontananza, “di là dall’acqua”. Trans-Atlantico è “una nave corsara”, come ebbe a scrivere lo stesso Gombrowicz, lanciata contro la sua nazione, contro il nazionalismo e contro la patria. E’ il primo romanzo dell’autore polacco dal contenuto fortemente autobiografico, il protagonista si chiama Witold, anche se l’autore, quando
E’ proprio da questo che fugge Gombrowicz: la polonità. Il sentimento nazionale, arrabbiato ed eternamente scontentato che può nascere soltanto dalla scelta di anteporre la patria alla vita di una nazione. La figliatria, libera da ogni identità, piena di vita, tesa e curiosa, incessantemente invaghita del futuro e mai del passato, è la dimensione della libertà. Nel romanzo coabitano argentini – vitali, vogliosi, corporei – e polacchi – stanchi, immobili, astratti – personaggi rimasti dentro al bozzolo della loro stessa identità. Trans-Atlantico inizia a bordo di una nave e non termina mai, rimane sospeso, con i suoi personaggi appesi al desiderio di futuro, con una risata cattiva sul volto, con i moti dei loro corpi che, svestiti dalla guerra “di là dell’acqua”, si abbracciano, cadono, squittiscono, tuonano.
Trans-Atlantico
Witold Gombrowicz
il Saggiatore, 205 pp., 24 euro