Storie del tè
Linda Reali
Donzelli, 290 pp., 25 euro
Anno 2737 a. C.: l’imperatore cinese Shen Nong, seduto all’ombra di un albero, sta facendo bollire dell’acqua in un recipiente. A un certo punto, una lieve folata di vento provoca la caduta di qualche foglia di quella pianta nell’acqua bollente, conferendole una lieve coloritura gialla e un profumo particolarmente gradevole. Qualche minuto più tardi, l’imperatore assaggia la bevanda rimanendone estasiato e trovandola divina nel sapore e nell’effetto che infondeva al corpo. Così, secondo un’antica leggenda, ebbe origine il tè, la cui storia lunga e gloriosa conterebbe dunque più di quarantasette secoli, una storia che Linda Reali
Molto di più che in un qualsiasi semplice vegetale, nel tè si fondono numerosi e diversi elementi, che ne fanno addirittura un simbolo politico. Il 16 dicembre 1773, per protesta, 340 casse di tè vennero gettate in mare nel porto di Boston: l’evento, passato alla storia come il Boston Tea Party, rappresentò una delle prime forme di ribellione dei coloni americani contro il governo inglese, ritenuto colpevole di imporre loro una tassazione eccessiva. Fra i tanti che si sono occupati del tè spicca George Orwell, che nel 1946 ricevette l’incarico di scrivere un saggio sulla cucina anglosassone. Il testo, troppo critico nei confronti della tradizione alimentare inglese, non venne mai pubblicato. In esso, l’autore non lesinava critiche nei confronti dei suoi compatrioti, ma in fatto di tè non mostrava dubbi, riconoscendo ai sudditi di Sua Maestà una straordinaria capacità di distinguere un tè buono da uno cattivo.
Storie del tè
Linda Reali
Donzelli, 290 pp., 25 euro