Luna di miele a Cape May
Chip Cheek, Einaudi, 272 pp, 19,50 euro
La primavera dell’amore tra Henry ed Effie ha i colori dell’autunno. Quelli di Cape May, località marittima del New Jersey – spiagge ampie e faro alla Hopper – dove la coppia di sposini si reca per la luna di miele e dove l’estate è appena finita. I locali sono chiusi, le persiane accostate e il paese quasi svuotato come immerso in una lunga attesa che il sole ritorni a illuminare la baia. I due ragazzi quasi ventenni devono imparare a conoscersi, a convivere e prendere famigliarità l’uno con l’altro, l’uno con il corpo dell’altro. Henry impacciato e ritroso, Effie fragile e forte insieme. Sono una nuova famiglia nel 1957, quando i ruoli sociali sono ben definiti così come definite sono le certezze su quello che ci si deve aspettare o meno dall’altro. La routine stanca e già
I due giovani non si conoscono più, non si riconoscono. Perdono se stessi nel momento in cui non riescono più a riconoscersi nello sguardo – a volte limitato – l’uno dell’altro. La perdita dell’innocenza per Henry e Effie coincide non con il diventare adulti ma con il non sapere più chi sono. E quindi con la paura di non riuscire più a ritrovarsi. E a perdonarsi. “C’è qualcosa di cui ti importa? Insomma, sembra che niente di tocchi”, dice Henry a Clara dopo una notte disastrosa passata in prigione. “Oh, Henry, tesorino, la mia è tutta una messinscena” risponde Clara, ormai assuefatta ad un mondo fatuo e legato solo all’apparenza ma per lei in realtà pieno di insicurezze.
La penna esordiente di Chip Cheek racconta con una scrittura piana, non dimostrativa ed equilibrata l’esistenza di una coppia comune che viene travolta dal mondo e che se ne lascia corrompere. Una coppia che è messa alla prova quando non ha ancora alcuno strumento di difesa. Che desidera tutto ma non sa che quel tutto ha un prezzo. E quel prezzo ha molto a che fare con cosa si è disposti a perdere.
LUNA DI MIELE A CAPE MAY
Chip Cheek
Einaudi, 272 pp, 19,50 euro