recensioni foglianti
Prima persona
Richard Flanagan
Bompiani, 427 pp., 20 euro
Quanto è difficile dire la verità ed essere liberi, ma soprattutto, qual è il prezzo da pagare per esserlo? Cosa succede quando la realtà va a mescolarsi con ciò che non lo è affatto e che rischi si corrono quando questo accade? Prova a darci risposte in tal
Con le parole, ha fatto rivivere quell’esperienza al protagonista, Kiff Kehlman, un giovane con moglie e figli, originario della Tanzania proprio come lui. Ha cambiato nomi (Siegfried Heidl per il truffatore, detto Ziggy), ha aggiunto un’amicizia breve ma intensa, omaggi e citazioni di Nietzsche, omicidi misteriosi, navi, elicotteri e sottomarini, ma – soprattutto – una mediocrità al personaggio principale, il meno adatto a ricostruire una vita non propria, complicata e disordinata, una vita che “non è una cipolla da sbucciare né un palinsesto da raschiare”, ma “un’invenzione continua”.
I truffatori – è cosa ben nota – sono interessanti perché danno spesso degli spunti altrettanto interessanti, scrive l’autore, senza mai rinunciare a una prosa asciutta e diretta e a quel suo stile che è sempre tra il comico e lo spaventoso. L’unico modo per raccontare al meglio quel criminale – si renderà conto Kiff Kehlman – è cancellare quello che è stato fino a quel momento e ridargli una nuova vita. “Ricordare può essere molto facile”, ma scoprire quanta parte di verità si nasconda anche in un solo ricordo, “può essere difficilissimo”, perché a esistere non è “la verità”, ma sono “le allucinazioni”.
Richard Flanagan, naturalmente, lo sa molto bene e con le stesse parole ci mostra la vita con le sue mille e più sfaccettature, con le sue brutture e le sue bellezze, senza mai rinunciare alla schiettezza, l’unico escamotage per “rendere credibile una o più bugie necessarie, quelle bugie che ci permettono di vivere”.
PRIMA PERSONA
Richard Flanagan
Bompiani, 427 pp., 20 euro