Società e anarchia
Luca G. Castellin, Carocci, 179 pp., 19 euro
Il nome di “scuola inglese” nasce in modo accidentale e, come sottolinea Castellin, ironico: nel 1981, un articolo denuncia la sterilità e l’inadeguatezza metodologica dello studio della politica internazionale nell’università britannica,
Centrale nella scuola inglese è il concetto di “società anarchica”, ossimoro solo apparente definito da Hedley Bull. Le relazioni internazionali non sono condannate a essere una guerra di tutti contro tutti, e non sono destinate a compiersi in uno stato mondiale, ma possono essere descritte come una società di stati sovrani, che non riconoscono un potere superiore comune ma mantengono rapporti in cui la diplomazia e il diritto hanno un ruolo non accessorio e non solo strumentale, perché esprimono l’adesione a un ordine condiviso. Bull ha anche coniato i due termini che hanno segnato il dibattito interno alla scuola inglese dal 1989 a oggi. Il solidarismo è la posizione di chi ha scommesso su una svolta cosmopolitica delle relazioni internazionali e, lungo questo sentiero, è arrivato alla dottrina della responsibility to protect, secondo cui l’intervento umanitario non è solo un diritto ma un dovere della comunità internazionale. Il pluralismo è la posizione di chi invece ritiene che, di fronte alla complessità morale delle situazioni, sia più prudente attenersi al principio di non-intervento, accettando che nella società internazionale odierna non vi è consenso sulle questioni etiche e che il diritto internazionale deve preservare il senso dei limiti reciproci tra gli stati. Entrambe le posizioni confermano un aspetto tipico della scuola inglese, che contro ogni illusione di avalutatività della conoscenza rivendica il ruolo del giudizio nella teoria come nella prassi. Il libro di Castellin è una preziosa guida a una tradizione di pensiero che ha molto da dire anche in Italia.
SOCIETÀ E ANARCHIA
Luca G. Castellin
Carocci, 179 pp., 19 euro