recensioni foglianti
La nuda verità
Gaja Cenciarelli
Marsilio, 192 pp., 16,50 euro
Donatella Mugghiani è un’oncologa e fa di tutto per non essere nient’altro e avere solo il suo lavoro rendendolo un mestiere come molti altri, un esercizio e un servizio di competenza e niente di più. La scrivania la vuole sempre sgombra, nei corridoi della sua clinica cammina “come per non farsi contagiare” e ai corridoi sa che guardano davvero i suoi pazienti, quando le parlano, perché sono quelli a rappresentare “l’orizzonte più immediato, la vita più prossima al fuori” (almeno, questo è quello che si dice, perché le serve non restare coinvolta, pensarsi impotente). Incontra un uomo insopportabile (mai fidarsi di uno che al primo incontro vi parla di vini e pretende di farvene assaggiare di più buoni di quello che avete portato voi a una festa dove vorreste tantissimo non essere andate) e strambo (ha un cane e un gatto, Ettore e Andromaca, parla con loro al telefono). Se ne innamora e fa una cosa prevedibile: da gelida che era, diventa, per lui, fuoco che cammina. Questa prevedibilità Cenciarelli la racconta con estrema (liberatoria, se volete) franchezza: l’amore e le ossessioni non obbediscono per forza al tempo e alle sue conquiste, ai ruoli che s’invertono, al femminile che s’incrudelisce e al maschile che s’intenerisce. Qui c’è una femmina nuda, che accetta di andare in frantumi. Lo accetta perché sa, questo è il lato non prevedibile, che solo così potrà pagare il male che ha fatto ai suoi pazienti distaccandosene, abbandonandoli, fregandosene di dar loro qualcosa che non fosse solo nuda verità, ma pure speranza, calore. Sembra una storia d’amore e lo è: tra un uomo e tre donne, tra un dovere e una vocazione, tra la vendetta e il perdono.
LA NUDA VERITÀ
Gaja Cenciarelli
Marsilio, 192 pp., 16,50 euro