recensioni foglianti
Un'estate con Omero
di Sylvain Tesson, Rizzoli, 233 pp., 17 euro
Con la scusa di tenere d’occhio il paese reale, per qualche tempo ho coltivato l’abitudine, appena sveglia, di studiare le pagine social del ministro dell’Interno. Dopo troppi caffè di traverso ho deciso di sostituire quell’ora di studio con la
Per scrivere questo libro Sylvain Tesson si è rinchiuso per un mese a Tinos, di fronte a Mykonos, in una casa che definisce una piccionaia: senza il mare delle Cicladi non avrebbe respirato fino in fondo l’atmosfera omerica, e con un po’ di romanticismo lo possiamo immaginare mentre, forse invano, cerca nel blu dell’Egeo le tracce di quel mare purpureo, “colore del vino” solcato dagli eroi. Con amore autentico, Tesson divulga senza banalizzazioni, spiegando per quali ragioni con Omero si raggiunga la più alta forma poetica di rappresentazione della complessità del reale: c’è posto per molte contraddizioni, convivono il desiderio sanguinario di battaglie e l’odio e la stanchezza per la guerra, l’inquietudine umana e il desiderio di appartenenza, il bisogno fisico di luce e le divine coltri di nebbia che avvolgono gli eroi. Nel capitolo “Un’opera rock”, l’autore immagina di mettere l’Iliade in mano a grandi registi del nostro tempo: così Kurosawa o Malick interpreterebbero al meglio certe scene di combattimenti mischiati a immagini oniriche, ma quando il campo si restringe e gli sfidanti sono descritti a distanza ravvicinata, Ridley Scott conduce l’azione e Sergio Leone veglia su tutto. Ecco un modo accattivante e utile per raccontare Omero nelle scuole, nelle università, persino sui social network.
UN'ESTATE CON OMERO
Sylvain Tesson
Rizzoli, 233 pp., 17 euro