recensioni foglianti
Mr Bridge
Evan S. Connell
Einaudi, 296 pp., 19,50 euro
Ci sono dei romanzi che, terminata l’ultima pagina, lasciano nel lettore una sostanziale sensazione di incompiutezza. Come se solo in quel momento si fosse iniziato ad avere famigliarità con i personaggi, si fosse riusciti a rintracciare il filo del discorso che però viene repentinamente abbandonato. Sfugge.
Mr Bridge è precisamente questo. Un uomo che sfugge.
Pubblicato per la prima volta nel 1969, Mr Bridge è uscito a dieci anni di distanza da Mrs Bridge, il romanzo più riuscito di Evan Connell che raccontava la storia della famiglia Bridge dal punto di vista della moglie. Ritratto agrodolce e in parte satirico di una famiglia borghese americana tra gli anni Venti e Quaranta – e portato sullo schermo da James Ivory – il romanzo di Connell racconta in modo accurato e lucido una società fortemente definita dalle convenzioni sociali, da una modalità codificata di rapportarsi con il reale nelle sue varie forme. Tutto è dominato dalle aspettative – spesso autoimposte – che non lasciano spazio a uno sguardo diverso, più ampio e compassionevole su di sé. Connell dimostra una grande sapienza narrativa nel tratteggiare con calibrato equilibrio situazioni e dinamiche relazionali, in un romanzo d’atmosfera dominato da un sentimento di tenerezza amara verso personaggi e situazioni, che ha nella rarefazione la sua cifra stilistica predominante. E’ un racconto che sente il passare del tempo, proprio per il suo essere incastonato in un’atmosfera definita ma emotivamente sempre distante. Stratificata a volte in modo impenetrabile. “(Mr Bridge) ricordava di aver conosciuto l’entusiasmo, la speranza, e una sorta di giubilo e tripudio. L’allegria, certo, e la giovialità, e il breve appagamento dato dal sesso. E poi la contentezza, la pienezza di cuore, la riconoscenza, e molte altre emozioni. Ma non la gioia. No, quella era per le anime semplici”.
MR BRIDGE
Evan S. Connell
Einaudi, 296 pp., 19,50 euro