La lettera sovversiva
Vanessa Roghi Laterza, 268 pp., 16 euro
Non era così morbido, prima”, sghignazzavano gli Achei che infierivano sul cadavere di Ettore. Resta vero di tutti
E del contesto in cui sorge e si diffonde Lettera a una professoressa, Vanessa Roghi fornisce una ricostruzione accurata, con rigore e passione, che, proprio perché la colloca nel vasto orizzonte del dibattito culturale del suo tempo (dall’audace officina del cattolicesimo fiorentino di La Pira alle intuizioni di Rodari) permette di coglierne ancora di più la forza e la portata. Tra i tanti pregi del libro c’è anche quello di non limitarsi a guardare a Milani, ma guardare “con” Milani, mostrando come le caratteristiche specifiche della sua opera dialoghino a distanza con altri tentativi, magari diversi, ma animati dalla medesima urgenza. Altro che elogio utopistico della scuola bucolica: “Serve un’educazione linguistica come vera e propria lotta di classe per chi gli ostacoli ‘se li porta dentro’”.
Come notò C. S. Lewis, compito d’un critico è quello di metterci in contatto con la vita d’un libro. Il lavoro della Roghi permette al lettore proprio tale esporsi senza schermi alle provocazioni e turbamenti innescati da una straordinaria dichiarazione di guerra e al contempo d’amore per la scuola e la società. Perché anche cogliere la differenza tra un congiuntivo o un indicativo, nella nostra Costituzione, custodisce una fondamentale risorsa di libertà.
LA LETTERA SOVVERSIVA
Vanessa Roghi
Laterza, 268 pp., 16 euro