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terrazzo

Montanelli senza pace

Giulio Silvano

Tra “Agiamotto” e “Monty” + “Nelly”, al parco più della vernice poté la grafica   

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Un fantasma si aggira per i giardini pubblici di Porta Venezia. Non è quello del giornalista che ha formato Severgnini & Travaglio, con la sua crapa pelata che sbrilluccica sotto gli ippocastani (quando non è coperta di vernice rossa). No, lo spirito che aleggia tra i vialetti fangosi e le statue coperte di licheni è quello della brutta grafica. Brutta e onesta. Quasi tenera.

Ricorda un tempo lontano, lontanissimo, in cui Sala e il suo Nike-man Martinazzoli non avevano ancora trasformato Milano nella capitale italiana della comunicazione come opera d’arte. Un tempo in cui i poster della sagra della porchetta e i volantini della festa dell’oratorio non si sentivano di dover competere con quelli del Club to Club o del Primavera Sound. Un’epoca in cui non esistevano ancora meme sdegnati sull’uso non ironico del Comic Sans. Vestigia di un passato pre IED, ecco che appare su alcuni cartelli, tra i percorsi pedonali, agli ingressi del parco, la mascotte dei giardini. Un leprecauno con la faccia da clown, due ciuffi rossi à la Krusty, due foglie appuntite sul cappello che sembran corna e una tutina verde con ali clorofilliane.

 

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Sul berretto, font giocoso su sfondo dorato, appare il nome: Agiamotto. E’ forse un richiamo velato al personaggio minore dell’universo Marvel, Agamotto, creatore dell’Occhio di Agamotto, amuleto di Doctor Strange con un ruolo chiave nella saga cinematografica degli Avengers? No. Osservando attentamente capiamo che il nome proviene dalla sigla dell’associazione che si dedica alla salvaguardia dei parco, contro bivacco, cimici e ratti, per l’installazione di un fibrillatore: A.GIA.MO., Amici GIArdini MOntanelli. L’associazione pro-decoro, e anti panni stesi sulle ringhiere, ha vinto nel 2020 l’Ambrogino d’oro e, per l’occasione, c’è stato un ritocco cromatico alla gioiosa mascotte che, diventata tutta gialla, ha anche cambiato temporaneamente il nome in Agiambrogino (ne esiste anche una versione con una Ffp2).

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Ma non basta il naming, o i diversi toni di verde di cui è ricoperto, eccessivi anche sopra un flyer per una serata all you can drink in un pub irlandese la sera di San Patrizio – Agiamotto, nato nel 2016, paladino di quello che l’associazione chiama “il cuore verde meneghino”, nel cartello sulle golden rules per cani e padroni, è accompagnato da due cagnetti, di nome Monty e Nelly. (Monta-nelli, capito?). Chissà cosa ne pensano negli uffici di YesMilano.

Sarebbe poi bello, con questa inventiva, vedere cosa verrebbe fuori dal rebranding dei Giardini di Boboli, di Villa d’Este, della Reggia di Monza, del parco di Villa Borghese, e creare poi del merchandising con tutte le mascotte multicolor nomen omen: Pokémon provinciali per la salvezza del patrimonio cittadino.

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