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Ricetta seriale

"Pachinko", settant’anni di storia in una grande saga familiare

Gaia Montanaro

Sopravvivenza, sacrificio e tradizione. Tutto quello che c'è da sapere sul magistrale period drama in otto episodi prodotto da Apple Tv+ e tratto dal romanzo di Min Jin Lee

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Magistrale. Basterebbe questa parola per descrivere sinteticamente che cos’è Pachinko – La moglie coreana, period drama e saga famigliare in otto episodi prodotta da Apple Tv+ e disponibile dal 25 marzo. Un racconto sinfonico, epico e dal grande respiro, girato in tre lingue – giapponese, coreano e inglese – che mette al centro una narrazione che si dipana in settant’anni di storia (dagli inizi del Novecento con l’occupazione giapponese della Corea fino al 1989) e racconta l’evoluzione di una famiglia (e, sullo sfondo, di una società) avendo come perno la matriarca Sunja.

  

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È solo una bambina quando, dopo la prematura scomparsa del padre con cui aveva un legame profondo e un’affinità elettiva, Sunja parte dalla Corea del Sud a inizio Novecento, in piena occupazione giapponese, per seguire un grande amore e trasferirsi in Giappone, dove gli immigrati coreani (i zainichi) come lei sono oggetto di pesanti discriminazioni e soprusi. La donna, insieme al marito, i figli e i cognati, sopportano enormi difficoltà, resistendo ad una vita di grandi sacrifici e che mette a dura prova la loro tempra tenace. L’ultima generazione – la quarta – raccontata nella serie è quella del nipote di Sunja, Solomon, che alla fine degli anni Ottanta ha trovato importanti occasioni lavorative in America.

 

La donna è il fil rouge che unifica il racconto, una storia che si muove con grazia e chiarezza tra differenti piani temporali e tiene insieme con naturalezza un aspetto di narrazione più storico/culturale con la capacità di raccontare con delicatezza e poesia una storia intima e al contempo universale.

 

La serie, realizzata in quattro anni, è tratta da un libro – “La moglie coreana” di Min Jin Lee, edito in Italia da Piemme - di cui conserva l’impianto strutturale e la dicotomia tra il conflitto generazionale e culturale (mentre se ne distacca negli aspetti più crudi). Uno sforzo produttivo enorme dal punto di vista economico come di prima qualità sono le personalità coinvolte nel progetto, sia sul fronte ideativo – a partire dalla showrunner della serie Soo Hugh, dalla produttrice Theresa Kang e dai registi Kogonada e Justin Chon – fino alle tre attrici protagoniste che interpretano Sunja, Yu-na Jeon, Minha Kim e Youn Yuh Jung (premio Oscar per Minari).

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Su Apple Tv+ sono presenti i primi tre episodi, gli altri arriveranno a rilascio settimanale.

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Quali sono le musiche di Pachinko?

La serie manifesta sin dai titoli di testa una raffinatezza e una cura fuori scala. Il brano degli opening title è Let’s Live for Today dei Grass Roots (prevista fin dalla sceneggiatura iniziale) mentre le musiche dei singoli episodi sono curate da Nico Muhly, compositore statunitense che ha collaborato con grandi nomi (uno tra tutti, Björk). La sigla alterna immagini festose, ambientate in epoche diverse, dei protagonisti in momenti particolari della vita. Una sorta di album famigliare in movimento, dove si alternano i ricordi che uniscono le generazioni e che ricostruiscono, dal punto di vista visivo, una storia lunga un secolo. 

 

  

Cosa significa Pachinko?

Il Pachinko è un gioco d’azzardo giapponese in cui si utilizza una macchinetta – un misto tra slot machine e flipper verticale – all’interno della quale si muovono delle sfere d’acciaio che cadono dall’alto verso il basso e, a seconda di cosa colpiscono, si totalizzano dei punti ed eventualmente si ottiene una vincita in denaro. È tra i più diffusi giochi nipponici, l’equivalente delle slot machine occidentali. Nel primo episodio, Solomon – il nipote di Sunja – torna in Giappone per lavoro e va a trovare il padre che gestisce una di queste sale giochi. L’ambiente pieno di luci e dove giocatori incalliti si assiepano per tentare la fortuna, cozza visivamente (e contenutisticamente) con l’arrivo del giovane in abito elegante (è il dirigente di una banca d’affari). La sua generazione si è lasciata alle spalle quel mondo, ha fatto proprio ormai un differente codice espressivo ed estetico. Ma il pachinko è l’ambiente da cui Solomon viene, rappresenta le radici delle possibilità di cui lui ha fatto tesoro.

 

Quali sono i temi principali della serie?

Uno dei temi portanti della serie è rappresentato dalla sopravvivenza, faro costante dell’agire di Sunja che nella sua lunga vita sarà chiamata a scelte difficili e dolorose per salvaguardare la propria famiglia garantendone, appunto, la sopravvivenza. Altro elemento ricorrente è quello del sacrificio, della necessità di spendersi per proteggere chi si ama compiendo delle scelte che abbiano una prospettiva a lungo termine. C’è infine il ruolo della tradizione, la ricchezza che le origini hanno e l’importanza di tramandare quei saperi impalpabili che sono patrimonio prezioso e passaggio di testimone tra generazioni.

  

Qual è il tono della serie in tre battute?

“È importante che (Sunja) sappia che esiste anche la gentilezza a questo mondo”.

“Al restare sola, preferisco la morte”.

“C’è stato un tempo in cui mi chiedevo perché la fortuna sembrasse sfuggirmi. Quando le gioie che tutti godevano, per me sembravano impossibili da raggiungere”.

   

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