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Un nordic noir ci fa vedere la forza della squadra

Guido De Franceschi

“The Investigation” è una miniserie sull’omicidio di Kim Wall e ha lo stile irresistibile di “Borgen”

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Peter Madsen è il protagonista, nel ruolo dell’assassino, di uno dei più celebri delitti scandinavi: l’uccisione della giornalista Kim Wall. Non si tratta di uno dei molti omicidi che avvengono nel cosiddetto Nordic noir (letterario cinematografico o televisivo), ma di un crimine vero avvenuto lassù. Eppure, nella miniserie dano-svedese “The Investigation”, che è dedicata proprio all’omicidio commesso da Madsen, lui non compare proprio. Né lo si nomina mai: “Volevo raccontare una storia su degli eroi e quindi non avevo spazio per lui”, ha detto Tobias Lindholm, il regista e creatore della serie che è già andata in onda nei due Paesi scandinavi e che domani esordisce anche su Bbc Two.

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Peter Madsen è il protagonista, nel ruolo dell’assassino, di uno dei più celebri delitti scandinavi: l’uccisione della giornalista Kim Wall. Non si tratta di uno dei molti omicidi che avvengono nel cosiddetto Nordic noir (letterario cinematografico o televisivo), ma di un crimine vero avvenuto lassù. Eppure, nella miniserie dano-svedese “The Investigation”, che è dedicata proprio all’omicidio commesso da Madsen, lui non compare proprio. Né lo si nomina mai: “Volevo raccontare una storia su degli eroi e quindi non avevo spazio per lui”, ha detto Tobias Lindholm, il regista e creatore della serie che è già andata in onda nei due Paesi scandinavi e che domani esordisce anche su Bbc Two.

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Nell’agosto del 2017 Kim Wall deve intervistare Peter Madsen, un eccentrico inventore di sottomarini caserecci, e lo raggiunge a bordo di uno dei suoi gingilli. La giornalista non tornerà mai a riva. Il giorno dopo, Madsen viene salvato dalle acque nei pressi di Copenaghen. Il sommergibile è affondato. In seguito riaffiorano dal mare i resti di Kim, brutalmente mutilati. Prima Madsen nega tutto. Poi dice che la ragazza, per disgrazia, è stata colpita sulla testa dal portello e che lui l’ha seppellita nei flutti come da tradizione marinaresca. Poi fa qualche ammissione. Verrà ritenuto colpevole di omicidio, vilipendio di cadavere e violenza sessuale. Sarà condannato all’ergastolo. Tenterà l’evasione. Sarà ricatturato. Il caso ha avuto risonanza internazionale. L’assassino è danese, la vittima è svedese (ma scriveva anche per il New York Times, il Guardian e Wired) e poi il delitto è avvenuto nel braccio di mare tra Danimarca e Svezia. E’ una storia che sembra un’imitazione (vera) di “The Bridge”, la serie tv dano-svedese, che ha come epicentro proprio il ponte di Øresund, con cui si va da Malmö a Copenaghen.


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Ma con il Nordic crime, di solito efferatissimo e morbosissimo, o comunque cupissimo e nichilistissimo, “The Investigation” non vuole avere niente a che fare. Non vuole indulgere sul sangue e vuole eliminare l’assassino dalla scena. Non vuole frugare in una mente criminale né nei demoni di un poliziotto. Perché se il regista Tobias Lindholm si è occupato anche di quel genere (ha diretto due episodi di “Mindhunter”) è però anche uno dei creatori del capolavoro “Borgen”, uno delle migliori serie tv “politiche” di sempre. E, come in “Borgen” si rendeva irresistibile dal punto di vista narrativo una delle cose a prima vista più disperatamente boring della storia del mondo (la politica danese, anzi i regolamenti parlamentari danesi), raccontandone tutto ciò che ci sta intorno, “The Investigation” si concentra sulla minuziosità quotidiana del lavoro condotto dal (vero) capo della omicidi della polizia di Copenaghen, Jens Møller, e dal (vero) pm, Jakob Buch-Jepsen, interpretati dagli attori Søren Malling e Pilou Asbæk, entrambi già in “Borgen”.

 

Un lavoro instancabile e scrupoloso. Cioè noioso e antitelevisivo. Ma proprio questa è la sfida ingaggiata da Lindholm: mostrare, come un atto eroico, la potenza tranquilla – e anche il valore salvifico – del compito ben fatto in un contesto molto difficile, giorno per giorno. Celebrare il lavoro di squadra della polizia (danese), che si è innestato sulla forza dei genitori (svedesi) di Kim Wall. E affermare che le cose, se fatte bene, possono funzionare e far funzionare l’intero “sistema”. “Spero che tutti quelli che pensano di fare meglio stando per conto loro si ricordino che non è così”, ha detto il regista all’Independent. E, ora che “The Investigation” va in onda sulla Bbc, è anche un messaggio per Boris Johnson? “Sì, se mi date la sua mail vorrei tanto mandarglielo”.

 

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