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Signorini è il nuovo Manzi. E oggi il trash è pedagogico

Michele Masneri

In quest'Italia che non sa più che parole usare, il Grande Fratello Vip pare diventato una reincarnazione della tv che insegnava l’italiano agli italiani. Non è mai troppo tardi

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Roma. Già c’era stato il caso Leali (il vecchio cantante bresciano era stato espulso per aver detto la parola con la N); adesso tocca alla contessa De Blanck, redarguita, seppur non cacciata, per aver detto la parola con la F. Il Grande Fratello, nella sua versione Vip, pare diventato una reincarnazione della tv che insegnava l’italiano agli italiani, e Signorini un maestro Manzi che riusciva, prima delle lezioni su Zoom, a far prendere la licenza elementare a distanza. Il suo “Non è mai troppo tardi” andò in onda negli anni Sessanta per quasi un decennio, e si pensa che quasi un milione e mezzo di persone abbiano fruito di quelle lezioni televisive. Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva semplici parole, accompagnate da un disegnino di riferimento. C’era anche una lavagna luminosa, per quei tempi assai suggestiva. Ma tornando all’oggi, due sere fa, verso la mezzanotte, tra pianti e risse e nomination, Signorini ha trovato il tempo di redarguire i componenti della casa. “Queste cose non le voglio sentire più”, ha detto. Nello specifico la De Blanck aveva detto la parola con la F, e questa parola non era piaciuta né a lui né ad altri componenti della casa, in primis Tommaso Zorzi, influencer milanese in quota porta Venezia. Signorini da studio ha dunque fatto una ramanzina agli ospiti, e agli italiani collegati, spiegando alla De Blanck perché la parola con la F non si può proprio più usare per indicare un omosessuale (lavagnetta luminosa). Come molti della sua generazione, la De Blanck è caduta dalle nuvole: lei ha molti amici F, ha detto, lei poi è persino una icona dei F. “Lo dicevamo sempre da ragazzi!”, ha esalato la contessa, piena di nostalgia e in buonissima fede, e per questa buona fede non è stata espulsa dal maestro Signorini (che effettivamente nasce professore di liceo). E’ stato difficile spiegarle – maestro e concorrenti hanno usato molto tatto – che certe cose che andavano bene tanti anni fa non vanno più bene adesso (come il saluto romano o il grammofono o lo strutto, per dire).

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Roma. Già c’era stato il caso Leali (il vecchio cantante bresciano era stato espulso per aver detto la parola con la N); adesso tocca alla contessa De Blanck, redarguita, seppur non cacciata, per aver detto la parola con la F. Il Grande Fratello, nella sua versione Vip, pare diventato una reincarnazione della tv che insegnava l’italiano agli italiani, e Signorini un maestro Manzi che riusciva, prima delle lezioni su Zoom, a far prendere la licenza elementare a distanza. Il suo “Non è mai troppo tardi” andò in onda negli anni Sessanta per quasi un decennio, e si pensa che quasi un milione e mezzo di persone abbiano fruito di quelle lezioni televisive. Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva semplici parole, accompagnate da un disegnino di riferimento. C’era anche una lavagna luminosa, per quei tempi assai suggestiva. Ma tornando all’oggi, due sere fa, verso la mezzanotte, tra pianti e risse e nomination, Signorini ha trovato il tempo di redarguire i componenti della casa. “Queste cose non le voglio sentire più”, ha detto. Nello specifico la De Blanck aveva detto la parola con la F, e questa parola non era piaciuta né a lui né ad altri componenti della casa, in primis Tommaso Zorzi, influencer milanese in quota porta Venezia. Signorini da studio ha dunque fatto una ramanzina agli ospiti, e agli italiani collegati, spiegando alla De Blanck perché la parola con la F non si può proprio più usare per indicare un omosessuale (lavagnetta luminosa). Come molti della sua generazione, la De Blanck è caduta dalle nuvole: lei ha molti amici F, ha detto, lei poi è persino una icona dei F. “Lo dicevamo sempre da ragazzi!”, ha esalato la contessa, piena di nostalgia e in buonissima fede, e per questa buona fede non è stata espulsa dal maestro Signorini (che effettivamente nasce professore di liceo). E’ stato difficile spiegarle – maestro e concorrenti hanno usato molto tatto – che certe cose che andavano bene tanti anni fa non vanno più bene adesso (come il saluto romano o il grammofono o lo strutto, per dire).

 

Non è mai troppo tardi, dunque, e la televisione trash-pedagogica oggi suonerà familiare forse alla generazione che magari aveva già visto le lezioni del maestro Manzi (la contessa ha 79 anni, Fausto Leali 75), generazione che oggi rivendica con orgoglio usi e costumi di un bel tempo andato, senza tanta possibilità o voglia di aggiornarsi. “Adesso che lo so non lo dirò mai più”, ha giurato la contessa, più moderna o scaltra di Leali, che invece s’era incaponito, nel dare del N a Enock Barwuah, fratello di Balotelli.  Nell’Italia che non trova più le parole per dire le cose, e non volendosi arrendere al proprio rincoglionimento addita invece un complotto pluto-giudo-politicamente corretto, la tv trash (soprattutto quella Mediaset) come un grande telefono Brondi si fa interprete di questa nuova forma di servizio pubblico verso i più anziani, che sono poi la gran parte dell’utenza. Così anche Barbara D’Urso aveva affrontato l’ammazzamento di Maria Paola Gaglione (inseguita dal fratello che non gradiva il di lei fidanzato transessuale), con pietas e precisione lessicale sconosciuta invece a giornali e telegiornali impappinati e impreparati a questa modernità. Ma succede forse sempre così, questo tipo di educazione passa solo e necessariamente dal pop, tipo Ellen De Generes e Oprah in America (in Italia più che il pop è il trash a essere pedagogico, e va bene così: gli ottantenni comunque dovrebbero essere grati a chi li modernizza, senza neanche richiedere il canone, tra l’altro, vabbè). 

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