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L’effetto virus fa esplodere gli ascolti Rai, e congela l’attuale vertice

Lorenzo Marini

Nonostante qualche figuraccia, gli ascolti aumentano. E i palinsesti cambiano per assecondare la domanda di notizie sull'epidemia

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Roma. Non ci sono solo i produttori di mascherine sanitarie e Amuchina. A beneficiare degli effetti del Covid-19 c’è anche l’informazione. In queste giornate di emergenza i telegiornali e le trasmissioni di informazione di tutti i canali hanno registrato un boom di ascolti. La gente vuole informarsi e il primo strumento per farlo è la televisione. Dell’aumento degli ascolti a beneficiarne è anche la Rai. Dove, se le poltrone dell’amministratore delegato Fabrizio Salini e del presidente Marcello Foa fino a poco tempo fa traballavano, ora sono meno pericolanti. Non che il Covid-19 li abbia messi in sicurezza, ma di sicuro ha contribuito ad allentare la pressione. Da due settimane a questa parte, infatti, non si parla più di nomine, direzioni tg, riequilibri, cambi al vertice, eccetera. Come in Parlamento l’attività politica si paralizza, pure nella tv pubblica tutto sembra cristallizzato. Il Pd, per esempio, per il momento ha allentato la presa intorno al collo dell’ad nella richiesta di un telegiornale. “In questo momento in cui ogni giorno si fa la conta di contagi e decessi, non è il caso di parlare di nomine e direzioni, faremmo la figura di un partito che in un momento di emergenza nazionale pensa alle poltrone. Ma poi torneremo alla carica…”, dice un battagliero deputato pd.

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Roma. Non ci sono solo i produttori di mascherine sanitarie e Amuchina. A beneficiare degli effetti del Covid-19 c’è anche l’informazione. In queste giornate di emergenza i telegiornali e le trasmissioni di informazione di tutti i canali hanno registrato un boom di ascolti. La gente vuole informarsi e il primo strumento per farlo è la televisione. Dell’aumento degli ascolti a beneficiarne è anche la Rai. Dove, se le poltrone dell’amministratore delegato Fabrizio Salini e del presidente Marcello Foa fino a poco tempo fa traballavano, ora sono meno pericolanti. Non che il Covid-19 li abbia messi in sicurezza, ma di sicuro ha contribuito ad allentare la pressione. Da due settimane a questa parte, infatti, non si parla più di nomine, direzioni tg, riequilibri, cambi al vertice, eccetera. Come in Parlamento l’attività politica si paralizza, pure nella tv pubblica tutto sembra cristallizzato. Il Pd, per esempio, per il momento ha allentato la presa intorno al collo dell’ad nella richiesta di un telegiornale. “In questo momento in cui ogni giorno si fa la conta di contagi e decessi, non è il caso di parlare di nomine e direzioni, faremmo la figura di un partito che in un momento di emergenza nazionale pensa alle poltrone. Ma poi torneremo alla carica…”, dice un battagliero deputato pd.

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Insomma, Salini può respirare e avere più tempo per riflettere su come procedere sul piano industriale, dove ancora ci sono delle nomine da fare. Ma pure pensare al famoso riequilibrio, perché “al Pd comunque qualcosa dovrà concedere visto che Salvini ancora gode di un overbooking di direzioni”, dicono dal partito di Nicola Zingaretti. Tutto, però, è sospeso e pure a Viale Mazzini si vive come in una bolla.

 

Nonostante l’emergenza, però, la Rai è riuscita lo stesso a fare una mezza figuraccia. Qualche giorno fa l’ad e il presidente, su sollecitazione del consigliere in quota Lega Igor De Biasio, avevano deciso di tenere il Cda di ieri a Milano come segno di solidarietà nei confronti del nord. La decisione, però, aveva suscitato le perplessità degli altri consiglieri, tra cui Rita Borioni (Pd) e Riccardo Laganà (eletto dai dipendenti), secondo cui la trasferta milanese sarebbe andata “contro le direttive interne dell’azienda che impongono ai dipendenti di limitare i viaggi allo stretto necessario”. Dopo un tira e molla di due giorni, alla fine il dietrofront: ieri il Cda si è tenuto regolarmente a Roma.

 

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Un consiglio dove si è finalmente dato il via libera al progetto del canale in inglese, che sarà sganciato da RaiCom (una sconfitta per Monica Maggioni) e avrà sede a Milano. In stand by, invece, il canale istituzionale, che ancora non ha trovato una sua identità. Ma buona parte del Cda è stato dedicato a eventuali altre misure da prendere rispetto all’emergenza coronavirus, come, ad esempio, cambi nei palinsesti. A rischio sono i programmi col pubblico. E stasera al posto de “La Corrida” andrà in onda uno speciale “Porta a Porta” dal titolo “L’Italia unita ce la farà”. Ma il Cda, insieme alla task force interna creata ad hoc, ha iniziato anche a ragionare su piani estremi. Come, ad esempio, porsi il problema su dove andare a trasmettere nel caso la situazione degenerasse e si fosse costretti a chiudere Saxa Rubra. Ipotesi per ora remotissima, ma davanti alla quale occorre dotarsi di un piano d’azione.

 

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Nel frattempo, dicevamo, gli ascolti aumentano. Il Tg1 delle 20 nell’ultima settimana è stato sempre sopra il 24 per cento di share e mercoledì ha sfiorato addirittura il 26. Anche il Tg2 serale sembra essersi ripreso, con ascolti sempre al di sopra del 7 con punte anche sopra l’8. E pure il Tg3 è in aumento, a seconda delle edizioni, di 1 o 2 punti di share. Per non parlare dei grandi exploit, come “L’amica geniale”, che lunedì sera su Raiuno ha chiuso con il 28 per cento con quasi 7 milioni di telespettatori, o il sempreverde “Don Matteo” che martedì ha raggiunto il 24,2 per cento per quasi 6 milioni di persone. Si sta di più a casa e si guarda la tv. La Rai.

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