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Dentro il successo di Twitch

Marco Giorgio

Perché la piattaforma di streaming piace così tanto non solo ai gamer?

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Twitch, ovunque. Da un po’ di tempo ormai, e soprattutto negli ultimi mesi di lockdown, si sente sempre più spesso parlare di Twitch, piattaforma internet per trasmettere video in diretta. È stato creato per trasmettere partite e tornei di eSports (electronic sports), ossia sessioni di videogiochi fatte da gamer, professionisti o amatoriali che siano, e farlo in tutto il mondo e nello stesso momento. In sintesi: chiunque si può iscrivere (diventando così uno streamer) e far vedere (in gergo, streammare, perché il mondo di Twitch ha anche tutto un suo gergo) in diretta a chi le vorrà vedere le proprie partite ai videogame e il mondo può interagire commentando o giocando a sua volta online (per esempio, partite live di League Of Legends, MineCraft, Fifa, Counter Strike, Call of Duty ed Overwatch).

 

Detta così sembra roba da ragazzini o nerd, ma non lo è affatto. Gli eSports sono una cosa serissima, cui partecipano anche gamer professionisti, e che attira miliardi di dollari di investimenti e genera una fetta importante di tutto il traffico mondiale di internet. Non per niente Twitch è tra le prime fonti di trasmissione dati nel web e a marzo 2020 ha raggiunto il picco di 150 milioni di connessioni uniche (in quel periodo abbiamo visto anche tantissimi personaggi famosi usarlo, come il pilota della Ferrari Charles Leclerc o diversi giocatori di calcio della Serie A), aumentando anche enormemente gli introiti pubblicitari e le donazioni (gli utenti possono, se lo vogliono, donare liberamente agli streamer, come se pagassero un servizio tipo Netflix o Disney+). E sono proprio i videogiocatori (la cui media di età è tra i 16 e 25 anni) che, trasmettendo online le loro partite (sessioni di gaming), consentono a piattaforme come Twitch di generare traffico, attrarre sempre più utenti e, con loro, pubblicità (e quindi tanti soldi). Si tratta di un fenomeno talmente ampio che una dei competitor di Twitch, ossia Mixer di Microsoft, ha messo sotto contratto alcuni tra i gamer più famosi per trasmetterli in esclusiva e sottrarli in questo modo a Twitch.

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Tutto ciò ha però portato anche ad alcuni estremi, come ad esempio i gamer che continuano a trasmettere in diretta anche mentre dormono (spesso con migliaia di utenti che, a loro volta, rimangono connessi a guardare). Visto l'andazzo  questa pratica è stata poi vietata dalle regole di utilizzo di Twitch. La decisione non però ha intaccato il traffico notturno sulla piattaforma, che continua ad avere moltissimi utenti connessi: negli Stati Uniti si arriva anche a uno o più milioni di utenti unici nelle ore notturne, molti più di quelli che normalmente si contano nelle stesse ore nei principali network televisivi americani.

 

La storia di Twitch non è così recente come si è portati erroneamente a pensare. Parte infatti dal 2007, quando Justin Kan ed Emmett Shear crearono il sito Justin.tv, che nasce come hub per la trasmissione di contenuti video (siamo più o meno nello stesso periodo in cui nasce YouTube). È solo quando i canali che trasmettevano videogiochi diventarono tra i più popolari della rete che Justin.tv viene trasformato in Twitch e si focalizza in particolare sullo streaming dei videogames. Era il 2011.

 

Dal 2011 al 2014 l'ascesa è costante: Twitch diventa la piattaforma utilizzata da chiunque vuole trasmettere in diretta sessioni di gaming. Non poteva quindi non arrivare l’interesse dei big del settore. Nell'agosto del 2014 Twitch viene rilevata da Amazon per quasi un miliardo di dollari (oggi molto probabilmente vale almeno dieci volte tanto). Anche grazie ad Amazon, Twitch si afferma definitivamente come il player principale per tutto ciò che riguarda lo streaming del gaming e inizia anche ad allargare i propri confini, aprendo canali di musica, arte, creatività e attualità. Bernie Sanders ci ha trasmesso alcuni suoi comizi delle primarie presidenziali. Pure Donald Trump ha aperto un suo canale, cinque giorni fa è stato bandito pure da lì.

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Non sono mancati però anche alcuni problemi: con l’aumentare esponenziale degli utenti e delle trasmissioni è diventato sempre più difficile controllare le trasmissioni. Perciò nel 2019 sono stati presi provvedimenti contro tutti i contenuti inappropriati (trasmissioni violente o sessualmente esplicite, contenuti protetti da copyright, dati sensibili, eccetera). Ciò che probabilmente più caratterizza Twitch è il suo essere multiforme, ossia non veicola solo una o più passioni (il gaming o la musica) ma consente di condividerle, di condividerle in tempo reale con tutto il mondo e, soprattutto recentemente, di farlo anche con personaggi famosi o professionisti del gaming stesso. Somma, in altre parole, alcuni degli elementi che hanno fatto il successo della rete e dell’informatica: i giochi, la condivisione, la contemporaneità, il contatto diretto e, non ultimo, un pizzico di voyeurismo.

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