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Siamo entrati nell'èra dello sport da salotto?

Bianca Maria Sacchetti

Nonostante il lockdown gli italiani non hanno rinunciato all'attività fisica. App, training virtuali, circuiti YouTube, dirette Instagram: molti hanno sviluppato una vera e propria frenesia tecnologica

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Una fotografia a tratti contraddittoria quella della forma fisica durante il lockdown, parentesi temporale di sicuro caratterizzata dalla “ginnastica da camera” ma, stando al report Coldiretti di inizio maggio, anche da inattività, aumento di peso e boom del cosiddetto "comfort food” (zuccheri, grassi e carboidrati). 

Secondo i dati del CREA, agenzia di ricerca del ministero delle Politiche Agricole, il 44% degli italiani è uscito dall’emergenza coronavirus in sovrappeso per l’aumentato apporto calorico abbinato a scarso movimento. Panoramica non smentita dall'indagine condotta dai ricercatori della Sapienza di Roma e dell’Università di Milano Bicocca su circa 2500 intervistati su territorio nazionale, dalla quale emerge, rispetto alla situazione pre Covid, un significativo aumento del livello di sedentarietà, specie nelle regioni più colpite dal virus. A monitorare, o letteralmente pedinare, le abitudini motorie degli italiani negli ultimi mesi è stata l’app contapassi Virtuoso con i suoi 150 mila download. La fase 1 è stata dunque segnata da un crollo vertiginoso delle attività, con un -40% nel giorno del 22 marzo, e a seguire un ritorno alla quasi normalità il 5 maggio, avvio della fase 2, quando è stata calcolata una media di 7.361 passi, rispetto ai 10.000 suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire eventuali patologie. 

 

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“Un fenomeno esploso in quarantena è quello della cucina casalinga”, raccontano al Foglio Luca Pani e Maria Elena Capitanio, autori del libro Effetto Quarantena. “Pizza, pane, pancake e tutto il resto, con buona pace della linea. Sono anche le nostre emozioni a spingerci a mangiare tanto, non è una novità. Ingrassare è una strategia di difesa dalle richieste opprimenti degli altri, il desiderio di non essere per forza un oggetto sessuale, oppure un modo per riempire la solitudine. I segnali di questa sofferenza adattativa si sono visti soprattutto sui parametri vitali: alimentazione, sonno, attività sessuale e fisica, quest'ultima spesso preclusa dalle restrizioni di legge e prima causa della perdita di stabilità emotiva”. 

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Una primavera, però, fatta anche di home workout e tappetini yoga fra divano e libreria e a cambiare, oltre il peso e gli usi alimentari collettivi, è stata anche la tipologia di allenamento. Sempre secondo i dati raccolti da Virtuoso risulta infatti che, nonostante il lockdown, gli utenti non abbiano smesso di praticare attività fisica – visto l’aumento dei minuti quotidiani superiore al 60% tra gennaio e aprile – ma optato per delle alternative alla corsa (crollata del 90%), come pilates e yoga. App, training virtuali, circuiti YouTube, dirette Instagram: molti hanno sviluppato una vera e propria frenesia tecnologica da benessere psico-fisico.

 

Ancora secondo lo studio Sapienza-Bicocca pochissimi in passato usavano applicazioni o allenamenti in rete (intorno al 3%) ma nelle scorse settimane in tanti si sono affidati a sessioni di fitness sui social (13%), alcuni ad app per il work-out (11%) e altri al proprio personal trainer tramite video-conferenze (9%). L’app economy ha infatti subìto un’importante accelerazione in questo periodo e le applicazioni sportive sono state un traino non da poco. Se l’Italia nel 2019 era al primo posto su scala europea per il tasso di analfabetismo digitale, all’inizio del 2020, con la pandemia in atto, lo scenario muta. L’osservatorio Starting Finance Deal – società di investimenti e consulenza per startup del gruppo Starting Finance – stima che oggi l’indice di digitalizzazione in Italia sia cresciuto del 35% e che, in media, passiamo 6 ore al giorno al telefono, parte delle quali, di certo, trascorse fra addominali e flessioni in sala da pranzo. 

 

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“Il segmento delle app sportive ha registrato un notevole incremento e le più scaricate sono state Nike Training, 7 Minutes Workout e Freeletics”, spiega Roberto Sfoglietta, ceo di Starting Finance Deal. “Da citare anche 8 Fit app, che non solo permette di svolgere attività fisica direttamente a casa ma di unirla a piani alimentari creati da nutrizionisti esperti con un tracker per misurare i progressi. Grande sviluppo poi per le applicazioni di yoga e pilates, come Daily Yoga, che offre oltre 200 lezioni gratuite con sessioni da 5 a 70 minuti, un mix di esercizio fisico e rilassamento corporeo”.

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Entriamo in fase 3 e la ripartenza, con i suoi ritmi frenetici e le agende di nuovo serrate, rischia di impedire il mantenimento della virtuosa routine fatta di tutorial, pesetti e balzi sul posto. Le rigide norme di distanziamento sociale di certo penalizzano i tanti amanti delle palestre, comparto la cui perdita ad aprile era stimata attorno al miliardo di euro con oltre 200 mila posti di lavoro a rischio (International fitness observatory) e che oggi si trova costretto a contingentare gli ingressi, ridurre gli spazi calpestabili e le postazioni utilizzabili in contemporanea. Solo lo scorso anno il settore fitness in Europa vantava una crescita costante: ben 65 milioni le iscrizioni per ricavi totali pari a 28 miliardi di euro. L’Italia, al quarto posto con più di 5 milioni di iscritti e un giro d’affari annuo di oltre 2,3 miliardi di euro (8% del mercato europeo), prometteva bene prima di dover fronteggiare l’attuale crisi. Serve fantasia per risollevare le sorti ma anche massima attenzione alle misure anti-contagio in atto e ci si ingegna per proporre formule efficaci, innovative e sicure, come Fit and Go, un caso di successo giovane e made in Italy nell’industria del fitness hi tech: “La tecnica EMS (acronimo di Elettro Mio Stimolazione) è alla base del nostro metodo”, dichiara Marco Campagnano, co-founder e ceo dell’azienda. “Si tratta di sessioni da meno di mezz’ora attraverso le quali è possibile raggiungere gli strati più profondi del muscolo e stimolare più di 30.000 contrazioni naturali e volontarie. Esercizi funzionali, personalizzati e su appuntamento, presenza in loco di massimo due clienti per volta (3 se gli spazi lo consentono), approccio one to one con il proprio personal trainer, spogliatoio a uso singolo e ambienti sanificati”. 

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L’emergenza sanitaria e le relative limitazioni hanno senza dubbio minato la possibilità di svolgere una costante attività fisica, privazione per molti difficile da gestire in quanto segno palese di stravolgimento rispetto a un insieme consolidato di abitudini. Al contempo il disagio psicologico e il contesto problematico dei giorni di clausura sono stati leve sia di allontanamento dallo sport, con conseguente aumento di kg e perdita di tonicità, che di avvicinamento a questo, a tratti visto come unico rifugio e sfogo. 

“In questa nuova fase di lento ritorno alla normalità, è opportuno affrontare la ripresa dell’attività in maniera graduale, riabituando fisico e mente al movimento e all'allenamento, sempre rispettando le norme di buon senso e prevenzione”, ci spiega David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi. “Purtroppo, rileviamo che molti soffrono di quella che abbiamo definito come ‘la sindrome del guardiano del faro’, tipica di chi non vuole più uscire di casa – un luogo ritenuto sicuro e rassicurante –, il che può provocare criticità sul piano sociale o lavorativo. Questo problema può colpire tutti, anche i più sportivi”.

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