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L’America in orbita

Eugenio Cau

Oggi per la prima volta dagli Shuttle due astronauti partono da Cape Canaveral. C’è lo zampino di Elon Musk

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Milano. Oggi alle 4:33, ora della costa est americana, per la prima volta dal 2011 due astronauti americani voleranno nello spazio a bordo di un razzo americano lanciato da suolo americano, fino ad arrivare alla Stazione spaziale internazionale. Il razzo è stato costruito da SpaceX, l’azienda spaziale di Elon Musk, e anche questa è una novità: sarà la prima volta che un privato porterà degli astronauti in orbita. Il luogo di lancio invece è famigliare: è il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, la base da cui sono partiti le missioni Apollo e gli Space Shuttle.

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Milano. Oggi alle 4:33, ora della costa est americana, per la prima volta dal 2011 due astronauti americani voleranno nello spazio a bordo di un razzo americano lanciato da suolo americano, fino ad arrivare alla Stazione spaziale internazionale. Il razzo è stato costruito da SpaceX, l’azienda spaziale di Elon Musk, e anche questa è una novità: sarà la prima volta che un privato porterà degli astronauti in orbita. Il luogo di lancio invece è famigliare: è il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, la base da cui sono partiti le missioni Apollo e gli Space Shuttle.

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Era da quando gli Shuttle sono stati dismessi nel 2011, appunto, che gli astronauti non partivano da una base americana. Dopo le due tragedie del Challenger (1986) e del Columbia (2003), che sono costate la vita a 14 astronauti, la Nasa e il governo di Washington hanno deciso che usare gli Shuttle non fosse più conveniente né sicuro a sufficienza. In questo modo, però, la potenza americana ha perso ogni possibilità di mandare astronauti nello spazio, e per quasi un decennio è stata costretta a chiedere un passaggio all’agenzia spaziale russa, che per un posto sulla sua navetta Soyuz fa pagare 80-85 milioni di dollari.

 

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Così, per recuperare la possibilità di tornare nello spazio, nel 2010 la Nasa ha avviato il Commercial Crew Program: anziché fare come sempre, e cioè appaltare ad aziende la costruzione di nuovi razzi che poi sarebbero diventati di suo possesso, l’agenzia americana ha deciso di responsabilizzare i privati e di giocare sulla competizione. Ha dato 2,6 miliardi di dollari a SpaceX e 4,2 miliardi a Boeing e ha detto: riportatemi i lanci spaziali in America, noi ci mettiamo l’esperienza e gli astronauti, e i razzi che costruirete restano vostri. In questo modo, ha stimato il governo americano, la Nasa ha risparmiato miliardi di dollari, e dato vita a una nuova corsa allo spazio tutta privata. Tra Boeing e SpaceX è partita una gara eccezionale. Tutti gli analisti inizialmente pensavano che Boeing, con la sua nave Starliner, sarebbe arrivata prima, ma la compagnia ha incontrato un problema via l’altro, il suo lancio di prova di dicembre 2019 è stato un fallimento, e nessun astronauta volerà con lo Starliner fino al 2021. Non che SpaceX non abbia avuto problemi, una delle sue capsule è pure esplosa. In generale, la Nasa aveva previsto che i primi voli da suolo americano sarebbero cominciati nel 2017, e quindi c’è un ritardo di tre anni. Ma alla fine l’azienda di Elon Musk ha vinto la sfida.

 

Oggi, se tutto va come deve andare, Bob Behnken e Doug Hurley, due astronauti Nasa veterani, si imbarcheranno nella capsula Crew Dragon e saranno lanciati da un razzo Falcon 9, uno di quelli che atterrano in piedi. Il Falcon 9 porterà gli astronauti nell’orbita bassa della Terra in 12 minuti appena, poi si staccherà dalla capsula e atterrerà su una nave al largo dell’Atlantico, per essere riutilizzato. A quel punto Behnken e Hurley orbiteranno attorno al pianeta per 19 ore prima di agganciarsi alla Stazione spaziale. Secondo SpaceX l’autopilota della navetta è perfettamente in grado di fare tutto da solo, ma poiché si tratta di un lancio di prova i due astronauti useranno anche i comandi manuali per testarli. Arrivata nelle vicinanze, la Crew Dragon si aggancerà automaticamente alla Stazione spaziale. I due astronauti avranno quattro mesi per tornare indietro, prima che i pannelli solari della Crew Dragon si degradino e rendano la capsula inutilizzabile. La Nasa non ha ancora definito quando far tornare indietro Behnken e Hurley, prenderà una decisione mentre sono nello spazio.

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L’unica variabile rimasta è il meteo: potrebbe esserci una tempesta su Cape Canaveral che renderebbe necessario rimandare il lancio a sabato. Inoltre i tecnici Nasa stanno valutando le condizioni dell’intero oceano Atlantico. Se dovesse esserci un imprevisto e la Crew Dragon non riuscisse ad arrivare in orbita durante il lancio, sicuramente in un atterraggio di emergenza finirebbe in mare, ed è meglio evitare che sia in burrasca.

 

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Se il lancio sarà un successo, l’America sarà tornata definitivamente nello spazio e si avvicina un po’ di più all’obiettivo di riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024. Sarà anche un gran successo personale per Elon Musk, che magari per qualche giorno potrebbe smettere di twittare scempiaggini sul coronavirus e tornare a essere il visionario che ci ha fatto riappassionare alla corsa allo spazio.

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