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Immuni e le altre devono fare i conti con Apple e Google, e i governi si lamentano

Eugenio Cau

L’integrazione necessaria con i due giganti tech

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Milano. Quando si parla di tracciamento dei contagiati da coronavirus e di app come l’italiana Immuni, Apple e Google sono i due grossi elefanti nella stanza. Prendiamo proprio il caso dell’Italia. Ai primi di aprile il governo aveva già praticamente deciso che Immuni sarebbe stata la app contro il coronavirus (l’ufficialità sarebbe arrivata il 16), ma il 10 del mese sono arrivati Apple e Google e hanno detto: eccoci, stiamo preparando anche noi un sistema di tracciamento dei contagi. E dunque l’Italia, come molti altri paesi, dopo aver preso una decisione sullo sviluppo di una tecnologia strategica ha dovuto fare i conti all’improvviso con il piano in parte compatibile ma in parte concorrente di due delle più grandi aziende tecnologiche del mondo. Apple e Google non si propongono di sostituire le app come Immuni ma di integrarle: il lavoro di tracciamento lo fanno loro, mentre le app serviranno da interfaccia con le autorità sanitarie nazionali. Due giorni fa il commissario europeo Thierry Breton ha detto che il sistema di Apple e Google uscirà in versione di prova il 28 aprile. Sarà poi lanciato a metà maggio.

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Milano. Quando si parla di tracciamento dei contagiati da coronavirus e di app come l’italiana Immuni, Apple e Google sono i due grossi elefanti nella stanza. Prendiamo proprio il caso dell’Italia. Ai primi di aprile il governo aveva già praticamente deciso che Immuni sarebbe stata la app contro il coronavirus (l’ufficialità sarebbe arrivata il 16), ma il 10 del mese sono arrivati Apple e Google e hanno detto: eccoci, stiamo preparando anche noi un sistema di tracciamento dei contagi. E dunque l’Italia, come molti altri paesi, dopo aver preso una decisione sullo sviluppo di una tecnologia strategica ha dovuto fare i conti all’improvviso con il piano in parte compatibile ma in parte concorrente di due delle più grandi aziende tecnologiche del mondo. Apple e Google non si propongono di sostituire le app come Immuni ma di integrarle: il lavoro di tracciamento lo fanno loro, mentre le app serviranno da interfaccia con le autorità sanitarie nazionali. Due giorni fa il commissario europeo Thierry Breton ha detto che il sistema di Apple e Google uscirà in versione di prova il 28 aprile. Sarà poi lanciato a metà maggio.

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Il progetto di Apple e Google non si può ignorare per tre ragioni. Uno: i loro sistemi operativi sono installati sul 99 per cento abbondante degli smartphone d’occidente, e se davvero vogliamo fare in modo che almeno il 60 per cento dei cittadini utilizzi un sistema di contact tracing (soltanto così, dicono gli studiosi, servirà a qualcosa) è necessaria la collaborazione dei due giganti. Due: per questioni legate a come è fatto iOS, il sistema operativo di Apple, nessuna app di contact tracing può funzionare bene sugli iPhone a meno che Apple non intervenga direttamente. Senza l’aiuto di Apple, Immuni e le altre sono quasi inutili su iPhone. Tre: è probabile che il sistema delle due aziende sarà il migliore. Ieri i rappresentanti di Apple e Google hanno parlato con i giornalisti e hanno spiegato alcune nuove caratteristiche del progetto, che per esempio prevede di misurare il tipo di contatto tra due telefoni tenendo anche conto delle differenze di forza del segnale bluetooth tra vari modelli di smartphone. Non si conoscono le specifiche di Immuni, ma non siamo sicuri che la app italiana possa rivaleggiare con i due giganti.

 

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Ci sono molte buone ragioni per cui i governi dovrebbero integrare le loro app con Apple e Google, ma c’è anche un ostacolo sorprendente: secondo la maggior parte degli esperti indipendenti, il sistema delle due aziende è molto rispettoso della privacy. Ma secondo i governi, anche quelli europei, è troppo rispettoso della privacy. Apple e Google dicono che se i governi vogliono usare il loro sistema devono rispettare certi standard, e questo ha creato qualche scontro. Nell’ultima settimana i funzionari dei governi inglese, francese e tedesco si sono lamentati perché il sistema di Apple e Google gestisce i dati in maniera così stretta che si metterebbe a repentaglio le app nazionali. Per esempio: la Germania, secondo Reuters, aveva optato per un sistema semicentralizzato, in cui una parte dei dati degli utenti è conservata in un server centrale. Ma il sistema di Apple e Google è completamente decentralizzato e non prevede alcun tipo di centralizzazione, e dunque l’integrazione è a rischio. Il governo francese, invece, intende lanciare la propria app senza integrarla con il sistema di Apple e Google, ma poiché questa app sugli iPhone sarebbe inutile (vedi punto due qui sopra) il ministro al digitale Cédric O ha chiesto ad Apple di far funzionare ugualmente la app locale, anche senza aderire al protocollo delle due aziende. Il governo italiano invece sembra aver preso un’altra strada: giorni fa alcune indiscrezioni hanno rivelato che gli sviluppatori si stanno orientando a rendere Immuni completamente decentralizzata per facilitare l’integrazione con Apple e Google. Manca ancora la decisione ufficiale del governo, ma se ci fosse la conferma sarebbe un buon passo.

 

Probabilmente come conseguenza delle molte lamentele dei governi, ieri i rappresentanti di Apple e Google hanno detto che introdurranno alcune modifiche per dare più margine di manovra alle app nazionali (senza però toccare le basi, come il protocollo decentralizzato). Hanno anche proposto un cambio di nome: basta parlare di tracciamento dei contatti, che è una cosa che fanno i medici. Le app, al massimo, possono fare “exposure notification”, notifica dell’esposizione.

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