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La prossima PlayStation ha già vent'anni

<p>Anche Sony si infila nel mercatino della nostalgia. Da dicembre il gruppo nipponico lancer&agrave; PlayStation Classic. E come due decenni fa a Natale ti regalerai la Play</p>

Giovanni Battistuzzi
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Quando nel 1995 quella scatola in plastica grigia arrivò nei negozi, fu chiaro che il mondo dei videogiochi non sarebbe mai stato come prima. La PlayStation fu rivoluzione e sconquasso. Rivoluzione perché grafica – per la prima volta venne introdotta la tridimensionalità – e giocabilità erano di un livello mai visto per una console domestica; sconquasso perché l'utilizzo del cd facilitava sia l'aumento delle prestazioni, sia la pirateria. Bastava una semplice modifica hardware per permettere al dispositivo di leggere dischi non originali. E se questo penalizzava, e non poco, i produttori e gli sviluppatori, allargava a dismisura i giocatori. Nei primi due anni di produzione la Sony vendette oltre 40 milioni di apparecchi (in totale furono venduti 102,49 milioni di esemplari, quarta console di sempre per pezzi venduti) e, secondo un'analisi di Bloomberg, parte di questo successo fu dovuto, oltre che alla qualità e alla potenza del dispositivo, anche alla facilità di reperimento di giochi a prezzi bassi: insomma, la pirateria ha permesso alla Sony di allargare in modo mai visto prima il numero di gamer.

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La prima PlayStation, secondo un sondaggio del sito The gamer, è ancora la console più amata al mondo. Si calcola che solo tra Stati Uniti e Giappone siano ancora oltre tre milioni le Play1 costantemente utilizzate. Per questo la Sony, mentre sta sviluppando – sarebbe secondo indiscrezioni alla fase dei test preliminari – la PlayStation 5, dispositivo che al solito si annuncia rivoluzionario, ha deciso che era venuto il momento di aprire una nuova bancarella al mercatino della nostalgia. L’azienda giapponese riproporrà, ovviamente poco prima di Natale, quello che è stato il capostipite di una saga di console che ancora non è in procinto di concludersi. Si chiama PlayStation Classic e altro non è che una riduzione in scala della Play1. Costerà 99 euro e avrà in memoria molti dei videogame che hanno contribuito alla fama della console – anche se la lista di giochi non è stata ancora resa pubblica.

 

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La mossa della Sony si inserisce in quel fortunato revival di console d'antan iniziato da Nintendo con la NES Classic Edition (3,5 milioni di pezzi venduti) e la Super NES Classic Edition (5,28 milioni) e proseguito dai rivali storici della Sega con il Sega Genesis Flashback.

  

Un ritorno al passato che non coinvolge solo vecchi romanticoni dei bei videogiochi d'un tempo, ma che ha sorprendentemente attratto anche nuovi videogiocatori. Sarà che l'effetto vintage ora va di moda anche tra i gamer. Sarà che in un mondo di simulazioni quasi perfette l'arcade – il gioco rapido e immediato, senza troppe pretese di realismo – sta riprendendo un suo spazio per l'immediatezza d'azione. Sarà che il settore ha già raggiunto la maturità, ha superato agevolmente i quarant'anni di giochi, e per questo si è trasformato in storia. Oltrepassato il momento nel quale i videogames venivano visti soltanto come una perdita di tempo "si è iniziato a concedere loro una dimensione storica", ha detto un anno fa Ted Dabney, colui che insieme a Nolan Bushnell fondò l'Atari nel 1972. "E questo non è un cambiamento da poco. E' essenziale per una radicale mutazione di percezione: ora un gioco di dieci anni fa non è più vetusto e per questo ingiocabile e senza fascino, è diventato antico, parte non trascurabile di una crescita che ha portato ai giochi più recenti". Un'attrazione per il vintage che è stata monetizzata dai marchi storici tramite console revival.

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