Via Instagram - fcmariupollives  

La rinascita del Mariupol (in Brasile)

Andrea Braschayko

La squadra di calcio di Guarapuava si chiamerà come la città martire ucraina, di cui adottata anche i colori e il logo. Il Mariupol “originale” si è fermato quattordici mesi fa, con l’invasione russa. Parla il vicepresidente 

L’Associação Atlética Batel gioca nella terza divisione del Campeonato Paranaense, e può vantare due partecipazioni alla Série C brasiliana negli anni Novanta. Proviene dal cuore del Paranà, la città di Guarapuava. Nasce nel quartiere di Batel, che fino allo scorso 23 aprile ha dato il nome alla squadra. Ora si chiamerà Mariupol, e dalla squadra della città martire ucraina il Batel ha adottato i colori arancioni e il logo. Il Mariupol “originale” si è fermato quattordici mesi fa, da quando l’invasione russa ha raso al suolo la città e costretto la squadra a congedare giocatori e staff.

 

Il presidente della squadra brasiliana Alex Lopes spiega come il suo club rappresenti una comunità composta in maggioranza da discendenti ucraini. Pure il nome dello stadio Waldomiro Gelinski, intitolato a un ex presidente del club, richiama chiare radici esteuropee. "L’iniziativa di far rinascere il Mariupol è il minimo che potevamo fare per mantenere vivo il club e dare speranza agli ucraini di tutto il mondo" racconta Lopes.

 

A pochi passi da Guarapuava si trova la cittadina di Prudentópolis, dove un censimento federale ha riscontrato come il 75 per cento dei 52,000 abitanti avesse origini ucraine. In questo piccolo centro, conosciuto per essere circondato da cento incredibili cascate, l’ucraino viene insegnato nelle scuole ed è lingua liturgica nelle chiese. Quest’ultime sono per lo più di rito greco-cattolico, e in effetti passeggiando per le vie di Prudentópolis sembra di trovarsi in un caratteristico villaggio dei Carpazi più che ai confini dell’Amazzonia.

   

L’atmosfera non è diversa a Guarapuava, che forse tradisce un po’ il cosmopolitismo dei suoi 200,000 residenti. Quando nevica, però, i suoi modesti grattacieli assomigliano più ai palazzoni sovietici delle cover dei Molchat Doma, e non alla copertina di un album bossa nova. Forse è solo un’impressione, perché la tradizione ucraina che si osserva qui è sconosciuta persino agli europei, essendo precedente all’occupazione sovietica. La diaspora ucraina è arrivata a fine Ottocento, quando i contadini ucraini a cavallo tra regno austro-ungarico e impero zarista morivano di fame, guerre e repressioni, mentre il Sudamerica era una delle zone più benestanti del pianeta.

   

Il forte legame tra questo pezzo di Brasile e l’Ucraina si è ristabilito lo scorso sabato, quando il presidente del Batel e il vicepresidente del Mariupol Andriy Sanin hanno ufficializzato l’iniziativa FC Mariupol Lives. "Il Batel giocherà come Mariupol per almeno tre partite ufficiali e tre amichevoli", racconta al Foglio il vicepresidente della squadra ucraina. "Ma aspettiamo un’autorizzazione della federazione calcistica brasiliana per prolungare l’iniziativa".

  

Ancora nel 2014 Mariupol era diventata il simbolo della prima invasione del Donbas. I soldati di Kyiv avevano riconquistato la città dai separatisti rendendola sicura, e il Mariupol aveva ricominciato a giocare nello stadio cittadino, a pochi chilometri dalla linea di contatto fra i due eserciti. Aveva pure provato a portare in città l’Europa League, ma la UEFA decise, per ragioni di sicurezza, di far giocare le gare contro AZ Alkmaar e Bordeaux a Odessa.

 

Storicamente, il campionato ucraino è stato una vetrina per molti brasiliani, cresciuti soprattutto nello Shakhtar Donetsk, e poi esplosi in altri campionati europei. Il Mariupol è stato a volte una destinazione per chi non trovava spazio a Donetsk. D’altronde la distanza tra il grande centro minerario, occupato ormai da nove anni, e il porto sull’Azov poteva essere colmata da due ore di macchina, in tempi di pace.

 

Adesso è il Brasile a essere una cassa di risonanza per la resistenza ucraina. Mentre rimane ambigua la posizione del presidente brasiliano Lula nei confronti dell’invasione di Putin, l’iniziativa Mariupol Lives è partita da cittadini brasiliani comuni, in rispetto delle proprie radici ma sopra ogni altra cosa del senso di giustizia. Anche i tifosi della più celebre Athletico Paranaense hanno reso omaggio a Mariupol.

 

Andriy Sanin si dice sicuro dell’intreccio di destini fra Mariupol e il suo team. "Tutte le guerre finiscono prima o poi. La nostra città risorgerà dalle ceneri, e diventerà ancora più bella e confortevole di prima. Non posso immaginare una Mariupol ucraina senza la sua squadra".

Di più su questi argomenti: