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Sulle tracce del Cristiano Ronaldo d'Arabia

Andrea Lamperti

Nel mirino dei sauditi c’è l’assegnazione della Coppa del mondo 2030 e CR7 è un ottimo biglietto da visita (parecchio ben retribuito) per arrivare preparati all'assegnazione. Viaggio nei luoghi della nuova vita calcistica del portoghese

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È difficile non pensare ad Old Trafford, al Bernabeu e allo Juventus Stadium, arrivando davanti ai cancelli del Mrsool Park di Riad, base dell’Al-Nassr e nuova casa di Cristiano Ronaldo. E ancora di più, lungo la strada che porta dal centro della città al King Fahd Stadium, dove il portoghese farà il suo debutto nella sua nuova dimensione.

 

Qui il sole batte rovente per dieci mesi all’anno, una giornata di pioggia fa quasi più notizia di una tempesta di sabbia, e suv dai vetri oscurati scorrono tra un camion e l’altro, tagliando in due un paesaggio desertico, lunare. Kingdom of Saudi Arabia, il nuovo regno di CR7.

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A prima vista sembra il luogo più distante del mondo dai campi della Premier League, della Liga e della Serie A. Dal cosiddetto calcio che conta, campionato più, campionato meno. Eppure a queste latitudini, non molto distante dall'Arabia Saudita, in Qatar, si sono appena disputati i Mondiali 2022, a cui Riad ha dato seguito con il clamoroso sbarco di Ronaldo nel Golfo Persico.

  

Il contratto firmato con l’Al-Nassr ha dimensioni economiche irreali - oltre 200 milioni di euro all’anno fino al 2025 - ed è un colpo che sconfina ampiamente dai traguardi sportivi del club. Nonostante la smentita della società, infatti, l’ingaggio dell’ex giocatore del Manchester United potrebbe avvicinare il paese a quello che ormai è un obiettivo dichiarato. Dopo aver visto i riflettori del mondo intero puntati su Doha, nel mirino della monarchia c’è l’assegnazione della Coppa del mondo 2030, cui il paese si candiderà al fianco di Egitto e Grecia. Un’assoluta priorità del Saudi Vision 2030, programma strategico che punta a ridurre la dipendenza economica dal petrolio e ad incentivare una maggiore differenziazione, passando tra le altre cose per la crescita del turismo. Questione di sportwashing.

 

Un ruolo ufficiale da ambassador non è previsto dal contratto che CR7 ha sottoscritto con l’Al-Nassr, ma potrebbe essere formalizzato in futuro, magari dopo il ritiro. La sua sola presenza, comunque, garantisce di per sé una forma di legittimazione per la candidatura saudita, oltre che un forte slancio, grazie alla visibilità che i suoi cinque palloni d’oro portano in dote. Il profilo Instagram del club, del resto, è passato in una notte da 700mila followers a più di dieci milioni. Da nome noto a videogiocatori e scommettitori soltanto, a realtà sulla bocca di tutti.

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Per rendere economicamente possibile tutto ciò, le necessarie garanzie finanziarie sono state fornite dal fondo Pif, colosso dell’economia saudita che nel calcio internazionale si è già segnalato nel 2021, con l’acquisizione del Newcastle United. Il via libera per l’operazione è arrivato dal 76esimo piano della Pif Tower, grattacielo che ruba l’occhio - e regala un po’ di piacevole ombra - a chiunque passi in città. Un po’ come la Kingdom Tower, il secondo edificio più alto di Riad, nonché la dimora provvisoria di Ronaldo e famiglia, e del suo popoloso entourage.

  

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Come svelato dal Daily Mail, Cristiano ha già investito quasi 10 milioni di dollari per la costruzione della sua nuova abitazione, che si ergerà nell’area di Al Nakheel, poco distante dallo stadio dell’Al-Nassr. In attesa che l’edificio sia pronto, intanto, il portoghese ha optato per una soluzione da sceicco: due interi piani del Four Seasons Hotel, per un totale di 17 suite in cui trovano posto anche addetti alla sicurezza, chef personale e diversi amici. Con una vista senza eguali sulla città, e un conto stimato intorno ai 300mila dollari al mese.

        

E così, circondato dagli affetti e da tutto quello di cui può avere bisogno - con 161 attività commerciali a tiro di ascensore - Ronaldo si allontanerà dalla sua personale Versailles soltanto per raggiungere l’altra (metaforica) prigione dorata: il centro allenamenti, o nel weekend lo stadio, dell’Al-Nassr. Conducendo il tipico stile di vita dei giocatori europei da queste parti, come ha raccontato di recente Vicente Moreno, allenatore dell’Al-Shabab: “Si isolano in una sorta di comunità chiusa, in cui si porta avanti una vita occidentale”. Una mezz’ora nel traffico King Fahd road, principale arteria della città, e Ronaldo è in campo con i compagni di squadra. Tra i quali alcuni volti familiari del calcio europeo, come David Ospina e Luiz Gustavo, oltre all’allenatore Rudi Garcia.

  

Prima di poter esordire, CR7 doveva scontare le due giornate di squalifica rimaste sul gruppone dall’ultima uscita in Inghilterra. Ora, dopo la scintillante presentazione, l’assalto dei tifosi agli store ufficiali e un allenamento con lo stadio pieno, è davvero tutto pronto. I tifosi dell’Al-Nassr potranno finalmente vedere, domenica, il debutto in campionato contro l’Al-Ettifaq. E non è tutto, anzi.

   

La sera del 19 gennaio, una selezione dei due team cittadini (Al-Hilal e Al-Nassr), di cui ovviamente Ronaldo sarà parte, scenderà in campo in un'amichevole al King Fahd Stadium, per cui sono previsti oltre 60mila spettatori. Per un’amichevole? Già, perché dall’altra parte c’è il Paris Saint-Germain. Ci sono Messi e Mbappè. D’altronde, una storia del genere poteva forse iniziare in modo sobrio?

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