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qatar 2022

Il Mondiale l'ha già vinto il 5G

Andrea Trapani

Non serve aspettare la finale della Coppa del mondo per sapere il vincitore. Allo stadio Lusail erano in 88.235 e, nonostante tutto, la velocità in download era di 846 Mbps. Una velocità che una buona fetta di italiani ancora sogna

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Abbiamo già il vincitore dei Mondiali, inutile attendere fino a domenica, un protagonista assoluto, campione dentro e fuori dal campo: il 5G ha vinto in Qatar. Una vittoria attesa, una sconfitta per quei tanti (troppi) sindaci italiani che in questi anni hanno inventato fantasiose delibere di giunta per garantirsi qualche simpatia tra i complottisti. Impossibile bloccare una rete che potrà regalarci tante emozioni quante Messi. Non si scherza quando si parla di calcio, figuriamoci con la tecnologia. 

 

Per cogliere l’importanza di avere una connessione 5G in linea con le aspettative, immaginate di trovarvi all’interno di uno degli stadi della Coppa del Mondo, quello di Lusail ispirato alla vela di un dau, mentre si gioca il quarto di finale tra Argentina e Olanda. Sugli spalti c’era Günther Ottendorfer, vero giramondo delle telco, ora Ctio di Ooredoo Qatar, che ha celebrato il proprio entusiasmo registrando uno speedtest mentre una quantità di persone maggiore di certe città era impegnata a pubblicare sui social network lo spettacolo che stava vedendo dalle tribune. In quel momento gli spettatori erano 88.235 e, nonostante tutto, il 5G viaggiava veloce come la Pulce, ben 846 Mbps in download. Per gli appassionati un’emozione simile a quella data dai dieci rigori calciati per decretare la semifinalista. Se i numeri da soli non spiegano la qualità di un risultato tanto performante, basti pensare che la velocità raggiunta da Ottendorfer è praticamente identica al valore massimo di gran parte delle linee in fibra ottica attivate nel nostro paese. Una velocità che una buona fetta di italiani ancora sogna visto che la copertura della banda ultralarga si sta rilevando assai più lenta delle previsioni. 

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Non solo a casa o in ufficio, anche sui nostri smartphone 5G sono numeri difficili da vedere. Tanto rari che, da mesi, gli amministratori delegati dei gestori telefonici stanno lanciando l’allarme sul fatto che il “vero 5G”, come quello presente ai Mondiali, sarà difficile da avere in Italia se la politica non risponderà alle loro richieste. “Chiediamo alle istituzioni di aiutarci a investire le nostre risorse, adeguando in primo luogo i limiti elettromagnetici ai livelli europei”, ha rilanciato proprio ieri Gianluca Corti, ad di WindTre, parlando anche a nome dei colleghi. Non ci sono rivali in questo campo. Il perché è facile da comprendere: per godere dei benefici promessi da questa tecnologia, bisognerà realizzare la cosiddetta rete 5G standalone, ovvero autonoma, che richiede ingenti investimenti.

 

Per capire quanto siamo distanti dal Qatar senza usare un mappamondo, ancora oggi alcuni stadi della Serie A non sono raggiunti neppure dalla versione edulcorata del 5G, quella “non autonoma” che usa il 4G per collegarsi. Certo, è facile coprire una pianura desertica rispetto agli Appennini o alle Alpi. Intanto bisogna farlo. Come ha fatto, tra mille paradossi, proprio il governo qatariota: se da una parte è ancora viva una certa refrattarietà alla libertà di stampa, dall’altra gli sceicchi stanno affermando il futuro delle connettività. Chissà se sono altrettanto consapevoli che proprio internet, grazie alla multimedialità, è uno degli strumenti che più volte ha abbattuto i muri con l’esterno. Il 5G potrebbe servire anche a questo, una vittoria che varrebbe più di una coppa.

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