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Il Foglio sportivo

Oltre la valanga rosa c'è Giovanni Franzoni

Stefano Vegliani

Non solo Goggia, Bassino e Brignone. È il più giovane della squadra, nato nel 2001. Nel suo palmares, cinque medaglie in due edizioni dei mondiali juniores, di cui tre d’oro e soprattutto la vittoria assoluta nella Coppa Europa 2021. “Dopo la caduta ho ancora più fame”, dice il nazionale dello sci azzurro

Quando si dice la “legge di Murphy”. Negli anni più recenti  la stagione con più neve sulle Alpi italiane è stata quella del tutto chiuso per il Covid. Il 2021 della riapertura ha avuto il braccio corto: avaro di precipitazioni, senza quel ritorno di massa sulle piste tanto agognato dagli operatori della montagna. Quest’anno poi c’è l’aumento dei prezzi legato alla crisi energetica. Eppure c’è un forte desiderio di ottimismo. Con questo spirito la Coppa del mondo arriva in Italia. Oggi e domani le donne sono impegnate al Sestriere con Gigante e Slalom. Occhi puntati sul solito trio Goggia, Bassino, Brignone, ma anche sulla giovanissima Lara Colturi che ha scelto di indossare la divisa dell’Albania e che ad appena sedici anni dopo tre gare ha già conquistato i primi punti.

 

La settimana prossima tocca agli uomini con il classico tour dolomitico: due Discese e un Super G in Val Gardena, Gigante in Val Badia e il popolare slalom sul canalone Miramonti di Madonna di Campiglio.
Le Alpi sono imbiancate. Al Sestriere si sono concentrati nella preparazione della pista di gara, ma le altre sono ancora chiuse. Nelle Dolomiti hanno avuto più fortuna con le precipitazioni e si scia un po’ dappertutto. Le gare in dicembre sono sempre servite per dare il la anche alla stagione turistica e finalmente i registi della tv non dovranno fare i salti mortali per nascondere i prati senza neve. Certo non sono più i tempi di Thoeni e poi di Tomba e Compagnoni, anni d’oro della popolarità degli sport invernali. “Intanto abbiamo la neve”, dice a Il Foglio sportivo Flavio Roda, presidente della Federazione, “e questo è importante per sperare che questa stagione segni un ritorno alla normalità”.

 

Le gare in Nord America hanno confermato la forza di Sofia Goggia, la consistenza di Marta Bassino e qualche lampo giovanile. Hanno però anche sottolineato le difficoltà della squadra maschile. Con un’eccezione.
L’eccezione si chiama Giovanni Franzoni, il più giovane della squadra, nato nel 2001. Giovanni è caduto a due porte dall’arrivo nel Super G di Beaver Creek in Colorado. Sarebbe entrato nei primi cinque. Aveva il numero  trentacinque, quando abitualmente la gara è considerata conclusa. Ha preso una brutta botta al braccio destro, niente di rotto, ma ora ci sta dando dentro con le terapie per poter essere al via in Val Gardena e Val Badia. 

Non si può definire Franzoni una sorpresa. Il suo palmares dice cinque medaglie in due edizioni dei mondiali juniores, di cui tre d’oro e soprattutto la vittoria assoluta nella Coppa Europa 2021 che gli ha garantito il posto fisso in Coppa del Mondo. Tutto questo nonostante qualche infortunio giovanile di troppo che magari avrebbe fermato un ragazzo con un altro carattere, che per esempio ha fermato il suo fratello gemello che si dice fosse più forte. “Ho preso una bella cartella”, racconta a Il Foglio Sportivo. “Peccato. Mi mangio le mani, nel volo di ritorno dagli Stati Uniti mi sarò riguardato 500 volte. Sono diventato virale di me stesso. Ma non mi faccio intimidire. Non vedo l’ora di tornare in pista. Lo sci per me è un’ossessione. Non mi accontento di arrivare ventesimo. L’infortunio mi fa venire ancora più fame. Quando sono arrivato dolorante al parterre Kilde e Odermatt, che oggi sono i più forti, si sono avvicinati per chiedermi come stavo e per farmi i complimenti. Mi si sono illuminati gli occhi”.

 

Una fissazione che coltiva da quando era un bambino. Prima volta con gli sci ai piedi a tre anni e mezzo a Ponte di Legno, la montagna dei bresciani. Giovanni Franzoni infatti è di Manerba sul Garda, praticamente vicino di casa di Marcell Jacobs che vive a Desenzano; ma ancora non si conoscono. Nonostante la famiglia Franzoni non coltivi una passione sfrenata per lo sci, per assecondare il desiderio dei figli si è trasferita a Carisolo, frazione di Pinzolo, pochi chilometri da Madonna di Campiglio.

Il primo maestro e allenatore si chiama Michele Armani, “ogni tanto lo sento ancora, ma adesso sono più importanti i consigli dei compagni di squadra: Paris, Innerhofer, Marsaglia. Sono stato accolto benissimo”. Insomma generazione Z e Millennial convivono bene nella Nazionale di sci, almeno fino a quando il ventunenne non comincerà a superarli in gara.  Giovanni però è visto un po’ come un marziano perché non sa quasi niente della storia dello sci azzurro: “Sciavo a più non posso, ma la domenica mattina guardavo i cartoni mica le gare di sci. La prima volta che ho incontrato Tomba non avevo idea di chi fosse. E ora durante la trasferta negli Stati Uniti la sera i compagni mi facevano vedere su YouTube i filmati del passato”. 

Per arrivare in Coppa del mondo ha percorso la classica trafila federale, quella che Lara Colturi ha saltato scegliendo di gareggiare per l’Albania, ma la famiglia Franzoni non ha mai spinto. Nessuna invidia, anzi: “È fortissima, siamo davanti a una specie di Ronaldo dello sci, la seguo e non posso che essere contento per i suoi risultati. Brava”.

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