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Dialoghi mondiali /9

Spagna-Germania, la partita più bella, Giappone-Costa Rica quella più brutta

Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore

Il gruppo E regala al Mondiale il meglio e il peggio in campo in una sola giornata. La nazionale di Luis Enrique è pura tecnica in velocità, divertente, positiva, coraggiosa nell'età media del suo undici. Quella di Flick è ancora in corsa per il passaggio del turno

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“Dialoghi mondiali” accompagnerà ogni giorno di Qatar 2022. Un dialogo quotidiano tra il calcio e il faceto tra Fulvio Paglialunga e Giuseppe Pastore sui temi di giornata, o forse no, dei primi Mondiali invernali della storia.

   


 

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Giuseppe - Il Mondiale sale di colpi come una grande gara di canottaggio. Sale il livello e mi pare di poter dire che Spagna-Germania è stata la miglior partita di Qatar 2022 fin qui: bellissima, come un classico che non ti stanchi mai di rivedere, riadattata alle epoche e alle mode. Un pareggio per nulla di comodo, tanto che entrambe le squadre hanno continuato a provarci fino al 96', con Morata e Sané che hanno avuto la palla della vittoria. Grande calcio di due grandi squadre, organizzate come club secondo principi molto rigorosi e coraggiosi, che paradossalmente dovranno sudarsela per altri 90 minuti contro Giappone e Costa Rica. Alla fine - diranno i cinici - i tedeschi l'hanno riacciuffata mettendo dentro il centro-boa Fullkrug, una specie di Schillaci tedesco, pescato in extremis da Flick per sopperire all'infortunio di Werner. Ma non avrebbero comunque meritato di perderla.

 

  

Fulvio - Divido in due il ragionamento, perché così ho provato a vederla. Come dovessi raccontare la partita di una squadra separata dall'altra, invece che di entrambe. In particolare volevo vedere le emozioni della Germania, che si giocava davvero tutto e nella partita più complicata del girone. Non ha giocato male eppure stava per salutare tutti. Curioso che abbia buttato giù i bagagli dall'aereo proprio un giocatore voluto a sorpresa dal tecnico, uno bello grosso e famoso per il suo "gap" tra i denti che gli vale il soprannome, in tedesco, di Lucke (proprio "gap"). Dopo il gol mi hanno sbattuto un faccia una sua vicenda curiosa: una volta, allenandosi con il Werder Brema, si è presentato al pronto soccorso con il dente di un suo compagno di squadra incastrato nella fronte. Vabbè, dai: hanno mostrato i denti nel momento finale e ora i tedeschi se la giocano.

G - La Spagna ha tutta la mia ammirazione. È pura tecnica in velocità, divertente, positiva, coraggiosa nell'età media del suo undici, nei principi non derogabili, persino nell'atteggiamento del suo ct che dedica un'ora giorno a parlare con i tifosi su Twitch. Mi stupisce il loro totale disinteresse ai calci piazzati, l'arma con cui di solito si vincono i Mondiali (persino loro, nel 2010, risolsero Spagna-Germania con una capocciata di Puyol). Sembra che si siano dati la missione di segnare solo gol bellissimi, dopo azioni fantascientifiche da almeno 20 passaggi l'una, ed è uno spirito con cui si può andare lontanissimo. Ricordando però una cosa: se tutto va come deve andare, ai quarti ci sarà Spagna-Brasile.

F - Per Spagna-Brasile mi metto davanti al televisore da adesso (come modo di dire: in verità ci sono dall'inizio dei Mondiali, come si può facilmente capire). La Spagna conferma un'idea che mi ero fatto all'inizio: il capitano della squadra è il suo allenatore, che non guarda l'età, non guarda niente, pesca anche nei sentimenti (i suoi, visto il messaggio mandato alla figlia che non c'è più prima della partita, sono sentimenti altissimi) e poi se proprio è in difficoltà a un certo punto pesca Morata dalla panchina e risolve il problema del gol. All'inizio ci puntavo con freddezza, nel senso che la Spagna “deve” essere tra l grandi in un Mondiale. Ora mi sembra che abbia le carte in regola.

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G - Tra Germania e Argentina, pur essendo ancora entrambe a galla, al momento c'è un abisso di organizzazione. L'Argentina è aggrappata al suo 10 con una foga che dà fastidio per primo a Messi stesso. La Germania ha idee e struttura, anche se evidenti punti deboli in difesa e in attacco. Che dici?

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F - È una questione di culture, in fondo. Quando uno è schematico diciamo che è un po' "tedesco". L'Argentina ha sempre cercato il trascinatore, in campo. Messi lo sarà? Non lo so. Intanto, a Mondiale in corso, hanno sparato la bomba di una sua probabile partenza per l'Inter Miami già a fine stagione, se non dovesse rinnovare con il Psg. Insomma, in ogni caso non si annoia. Dell'altra partita del girone che diciamo?

G - Che intanto, non troppo a sorpresa, il Giappone frana clamorosamente al secondo scalino, quello più semplice: tipico di chi non è molto preparato a gestire le conseguenze di una vittoria-choc. Giappone pessimo e Costa Rica non molto meglio, che ha pescato il jolly un po' casualmente a 10 minuti dalla fine della partita più brutta del Mondiale. L'eroe è Keysher Fuller, normalmente un difensore, che fu decisivo nelle qualificazioni Concacaf con un prodigioso salvataggio uno-contro-cinque in un match cruciale contro Panama. Girone scivolosissimo!

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F - Però con la sconfitta a sorpresa della sorpresa della prima giornata direi che il Mondiale ha fatto il giro e non riesco a immaginare cosa sarà la prossima, se continua questa escalation. Sì, forse la partita più brutta del Mondiale, soprattutto nel primo tempo, è una rivisitazione del concetto di “parcheggiare il bus”, dopo sette gol nella prima, che il Costarica ha sfruttato per un risultato incredibile e vai a dare torto a chi l’ha pensato.

G - Sono molto incuriosito da Brasile-Svizzera, più ancora di quanto lo fossi per Francia-Danimarca. La Svizzera è il sassolino nella scarpa che non riesci a individuare nemmeno togliendotela, la scarpa: un fastidio leggero ma continuo, che improvvisamente può diventare insopportabile. Il Brasile l'ha già sperimentato al Mondiale di quattro anni fa, quando fu bloccato sull'1-1 alla gara d'esordio e fu subito costretto ad abbassare le piume. Anche questo Brasile mi sembra in linea con le tradizioni: felice, spavaldo, poco turbato anche dagli infortuni di Neymar e Danilo. E se la Svizzera...? Oltretutto gli elvetici di Yakin mi sembrano l'esempio più riuscito dei tanti melting-pot che vediamo a questo Mondiale, sicuramente molto più quadrato e organizzato di squadre allegramente caciarone come il Canada o gli Usa.

F - A proposito di melting-pot, permettimi una divagazione: a memoria mi sembrano i Mondiali che meglio la raccontano e in campo si vede: pensa che in Qatar-Senegal c’erano calciatori nati in dodici nazioni diverse tra le due squadre. Detto ciò, torno a Brasile-Svizzera, perché proprio l’altro giorno raccontavo la storia di un Brasile diviso all’interno per ragioni politiche e con la maglia simbolo di contesa politica, ma comunque estremamente forte. Credo che tutto il casino che c’è fuori e un po’ dentro non influirà, alla fine, perché il calcio riesce sempre ad avere la meglio. O, almeno, finché i risultati ci sono.

G - Conoscendo i croati, forse il gol a freddo li ha riscaldati a dovere, così come il risultato di un'ora prima: i vice-campioni in carica in versione molto convincente, affondando la lama nel burro della scarsissima difesa canadese che vanifica una prima mezz'ora di ottimo livello, soprattutto in Davies (già conosciuto) e nell'esterno Tajon Buchanan, 23 anni del Bruges, visto nelle scorse settimane in Champions League. L'abbuffata che vale per la differenza reti lascia il tempo che trova, visto che tutto passerà comunque dallo scontro diretto Belgio-Croazia, dove arrivano largamente favoriti, in una partita che coinvolgerà tante conoscenze vecchie e nuove del calcio italiano.

F - Proprio mentre guardavo la partita pensavo all'allenatore del Canada, Herdman, che aveva avuto la sfrontatezza di sfidare la Croazia a viso aperto dicendo che l'avrebbe "fottuta". E pensavo la stessa tesi tua, ma più trash, ovvero che l'unica cosa che gli rimaneva da dire a fine partita era una frase alla Oronzo Canà: "Tutta colpa del gol a freddo", quando la sua Longobarda perse 5-1 con la Roma. E quando gi fecero notare che il gol a freddo lo avevano segnato loro rispose, nel linguaggio di Lino Banfi: "Appunto, noi eravamo freddi, loro caldi e incazzati". La prossima volta, la squadra meglio caricarla nello spogliatoio che in pubblico. Però mi ha stupito la Croazia: non mi era piaciuta tanto nella prima partita e pensavo potesse mollare il colpo. Invece è cresciuta molto e, magari, adesso dà un maggior senso alla scelta che abbiamo fatto a inizio Mondiale.

Il Belgio, dicevi...

G - Mi vanto di aver annusato il bluff Belgio, ma questo Marocco va oltre le più rosee aspettative: oltretutto con un Hakimi malconcio e a mezzo servizio, sostituito sullo 0-0. Una squadra magnifica, di personalità europea, con giocatori come Amrabat e Boufal cresciuti a lungo - e bene - nella media borghesia del nostro calcio, tra Fiorentina e Lille, Verona e Southampton. Hanno sofferto per i primi 15 minuti, poi hanno preso il Belgio per il bavero e l'hanno lentamente torturato a raffinatissimi colpi di rasoio. Il Belgio conferma la pessima impressione suscitata all'esordio e sinceramente non credo che riuscirà a passare indenne dalle forche caudine della Croazia: ha tutti i crismi della generazione al tramonto, vecchi, bolliti, litigiosi, polemici, scollati. Se tradisce anche il sommo Courtois, la situazione è disperata.

F - Vero, l’avevi previsto. Ma è chiaro cos’è successo al Belgio. Ormai mi mette l’allegria di un cinquantacinquenne vestito alla Tony Manero che va in discoteca per sfrenarsi. Certe cose si possono fare all’età giusta, e così è per la generazione d’oro che avevano. Ora hanno dai 29 ai 35 anni, quelli di quel gruppo lì: se non ce l’hanno fatta prima, inutile pensare che possa accadere qualcosa di buono. Invece mi sono appassionato alla spy story improvvisa di Bounou, il portiere marocchino: si è scaldato, ha cantato l’inno, poi nella foto iniziale c’era il sostituto e in campo pure. Persino il Marocco lo ha cominciato su Twitter dieci minuti dopo l’inizio. Un capogiro, dicono. Anche perché fino all’inno c’era e l’alternativa è un infortunio alle corde vocali.

G - Dal Brasile di prima passo all'Uruguay di ora, o quantomeno Gruppo H, visto che la seconda di questo girone finirà dritta tra le fauci della Seleçao. Perciò mi aspetto moltissimo, fuoco e fiamme, da Portogallo-Uruguay: contro la Corea del Sud la Celeste è sembrata vecchia, affaticata, a lungo spenta, ma in molti momenti ho intravisto nei vecchi leoni Godin, Cavani e Caceres la consapevolezza di esserci ancora. Stasera gli tocca però aggrapparsi alle forze fresche del Pajarito Valverde (migliore in campo contro la Corea) e di Bentancur e Darwin Nunez, quest'ultimo sottotono nella prima partita. Il Portogallo non mi ha trasmesso una sensazione incantevole, e stasera potrebbe passare dei brutti (uru)guai.

F - Io al prossimo gioco di parole che fai forse mi arrendo. Comunque, parli dell'Uruguay e dimentichi che la giornata di sabato ha incoronato Messi, gli ha regalato le copertine, lo ha reso il giocatore che ha riportato in corsa l'Argentina che rischiava di essere la grande esclusa, lo ha fatto accostare una volta in più a Maradona e, quindi, che si inventerà oggi Cristiano Ronaldo per rispondergli. Perché c'è un Mondiale nel Mondiale ed è quello di quei due. Nella prima partita Cristiano Ronaldo ha pianto, segnato, allenato quando è uscito zoppicando e si è guadagnato il suo spazio. Ora deve cercare di fare il doppio, per non passare in secondo piano. Intanto ha messo insieme sé stesso e la squadra rivelazione del Mondiale, l'Arabia Saudita: non è nemmeno un caso, secondo me, che sia circolata la voce che possa andare a giocare lì e che l'Al Nassr avrebbe presentato un'offerta da 215 milioni per tre anni. 215 milioni.

G - Sarebbe molto triste. Mai triste come la classifica delle ultime 4 squadre di cui ci rimane di parlare, Ghana-Corea del Sud e Serbia-Camerun: un punto in tutto, il che rende le due partite che aprono il programma di domani due questioni di vita o di morte sportiva. La Corea del Sud merita una specie di Premio della Critica per come ha giocato contro l'Uruguay: aggressiva, organizzata, fisicamente all'altezza. Poi però il problema è sempre quello: poco peso in attacco, nessun tiro nello specchio della porta. Male che affligge oltre metà delle squadre di Qatar 2022.

F - Dobbiamo raccontarle tutte, ma ti confesso che me le perderei entrambe, anche perché comincio ad accusare la stanchezza. Poi magari mi sbaglio e ci divertiamo un sacco, ma nella prima giornata da tutte e quattro mi sarei aspettato qualcosa di più. L'unico sussulto è stata la difesa della Corea del Sud: in porta Kim; in difesa da destra verso sinistra Kim, Kim, Kim e Kim. Certo, con piccole varianti. Ma almeno un sorriso.

G - Saluto con una nota di tristezza: la Fifa ha assegnato il gol dell'1-0 Marocco a Saiss, che ha sfiorato la punizione di Sabiri. Quindi niente primo gol su punizione diretta di Qatar 2022 e niente secondo gol della Sampdoria ai Mondiali: l'unico rimane Sinisa Mihajlovic, in Jugoslavia-Iran 1998. Che ne pensi?

F - Che la Fifa non ha ragione mai, tranne in questo caso: Sinisa è unico.

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