(foto EPA)

formula uno

Perez vince il Gp di Singapore (ma la sua vittoria resta congelata)

Fabio Tavelli

Il messicano primo nel Gran premio asiatico. Ma i commissari indagano ancora su due possibili infrazioni. Leclerc spera

C’è qualcosa di più insopportabile di restare due ore a vedere, figurarsi a disputare, una gara e non sapere al calare della bandiera a scacchi se l’ordine d’arrivo è confermato? Ovvero se il primo al traguardo sarà realmente chi ascolterà il suo inno da vincitore della corsa? Accade nella Formula 1 degli anni duemilaventidue, quella della modernità più spinta e della tecnologia al servizio dello spettacolo. Sergio Perez ha preso la testa del GP di Singapore alla prima curva con uno spunto migliore di Leclerc, che partiva in pole. Gara pazza, partenza ritardata di un’ora a causa di un temporale tropicale, due safety car e due virtual safety car. In tutto questo tra auto nei muri, scodate clamorose e gomme intermedie montate per oltre un’ora ecco il fattaccio.

 

Safety Car in pista a causa di un dritto di Tsunoda con frontale nelle barriere. Da regolamento non si può lasciare troppo spazio tra chi guida la corsa e la vettura che tiene il gruppo compatto per dar tempo di rimuovere l’Alpha Tauri e ridare pista libera. Fa parte di uno dei mille bizantinisti che punteggiano il regolamento della Formula 1. Un regolamento che a volte nemmeno chi vive dentro al Circus 24 ore al giorno conosce al 100%. In mezzo a questo dedalo i commissari scoprono che Perez non ha rispettato la distanza minima a causa di una scodata che gli ha fatto perdere aderenza. D’altronde la pista era ancora molto umida e queste cose sono accadute ad ogni giro. I commissari informano che la violazione è stata notata e che una decisione verrà presa al termine della corsa. In quel momento, uscita la Safety, per alcuni giri Perez e Leclerc hanno inscenato una battaglia bellissima fatta di traiettorie millimetriche per evitare i muretti. Un duello emozionante seppur con la tagliola di una decisione che pendeva su entrambi. Immaginando che una penalità potesse essere di cinque secondi il muretto Ferrari ha suggerito a Leclerc di restare comunque sotto questa distanza per beneficiare di una possibile penalizzazione. Cosa che però al monegasco non è riuscita visto che negli ultimi venti minuti di gara (si contavano i minuti e non più i giri perché da regolamento una gara non può durare più di due ore e i 61 giri sarebbero stati percorsi ben oltre i 120 minuti). Poi guardando meglio gli on-board dei piloti è parso che Perez quella distanza l’avesse aperta per avere maggior vantaggio alla ripartenza. Ed allora la penalità sarebbe diventata di 5 secondi più altri 5. E siccome il messicano aveva 7 secondi e mezzo di vantaggio una sanzione di 10 secondi avrebbe cambiato l’ordine del podio.

Che questa non fosse una decisione semplice è certo. Che però potesse e dovesse essere presa durante la gara e non dopo è altrettanto acclarato. Anche perché alle 17.27 ora italiana Sergio Perez è salito sul podio ad ascoltare l’inno messicano. Senza però essere certo di non trovare la sgradita sorpresa di un: “ci siamo sbagliati, adesso devi dare la vittoria a Leclerc” una volta terminato il rito dello spumante spruzzato dal balcone. E tutto questo in previsione di mercoledì, quando la Federazione ci dirà se qualche scuderia a violato (e di quanto) il budget cap. E ci dovrebbe anche dire se Verstappen è davvero il Campione del Mondo 2021 e pure quello 2022. Con tutta calma, senza fretta.

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