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Il significato storico dell'oro mondiale di Sofia Raffaeli nel concorso generale di ginnastica

Stefania Moretti

Il 17 settembre 2022 diventa una data da incorniciare negli annali della ritmica. Per la prima volta una ginnasta italiana individualista vince l'all around ai mondiali, si aggiudica il titolo di campionessa assoluta e stacca con due anni di anticipo il pass per le Olimpiadi di Parigi 2024

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Il podio della ritmica individuale si colora di azzurro. Sofia Raffaeli mantiene la promessa che il suo talento ha fatto a un intero Paese: l’Italia è in cima al mondo e lei è la campionessa. È successo a Sòfia, Bulgaria, in un pomeriggio finito con l’Arena Armeec in piedi, sulle note dell’inno di Mameli.

Il 17 settembre 2022 diventa una data da incorniciare negli annali della ritmica. Per la prima volta una ginnasta italiana individualista vince il concorso generale (o all around) ai mondiali, si aggiudica il titolo di campionessa assoluta e stacca con due anni di anticipo il pass per le Olimpiadi di Parigi 2024. Sarebbe bastato anche un bronzo per le qualificazioni ai Giochi ma la 18enne di Chiaravalle (Ancona), agente delle Fiamme oro della polizia di Stato, non ama sbrigare il lavoro a metà. Se può - e decisamente può - vuole prendersi tutto. E a questo mondiale, il suo secondo da ginnasta senior, ha centrato cinque podi su cinque, con un bottino di quattro ori (cerchio, palla, nastro, concorso generale) e un bronzo (clavette).

La gara che contava era ieri: cinque ore serrate di sfida tra le 18 ginnaste migliori al mondo in tutti i piccoli attrezzi della ritmica. L’Italia c’era due volte: con Sofia, ma anche con l’altra azzurra Milena Baldassarri, la 21enne ravennate aviere dell’Aeronautica militare, che ha chiuso al quinto posto (la “quinta meraviglia del mondo”, l’hanno ribattezzata i tifosi). Sotto le luci dei riflettori, i gioielli della Ginnastica Fabriano, allenati da Julieta Cantaluppi e Kristina Ghiurova, hanno brillato e risollevato il morale di un’Italia avvilita dopo la finale all around a squadre del 16 settembre, dove le “farfalle” di Emanuela Maccarani hanno ottenuto un bruciante quarto posto (ma anche la medaglia d’oro team ranking per il punteggio più alto, sommando le valutazioni individuali e di gruppo). Potranno rifarsi oggi, con le finali di specialità dell’ultimo giorno di gare, ma l’occasione di qualificarsi alle Olimpiadi, per ora, è sfumata.

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Tra le individualiste, ancora una volta, è stata guerra di lucidità. Perché in competizioni decisive come questa, non vince chi osa col rischio di sbagliare, ma chi regge la pressione fino all’ultimo, anche a costo di sacrificare un filo di genialità. Dopo tre giorni in pedana, tra emozione e stanchezza, poteva accadere di perdere concentrazione. Le prime performance sembravano premiare la tedesca Daria Varfolomeev, in testa fino a metà gara. Con l’esercizio al cerchio, il penultimo, Sofia ha accorciato le distanze, a un punto dalla rivale. L’ultima esibizione alla palla ha segnato il sorpasso, con 133,250 punti; seconda Varfolomeev (132,450), terza la padrona di casa, la bulgara Stiliana Nikolova (128,800).

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La “curva nord” dell’Arena, dove sedevano i tifosi di Raffaeli e Baldassarri, è impazzita tra lacrime di gioia, abbracci, sventolii di bandiere. Sugli spalti, i cori di “Azzurro”, “Nel blu dipinto di blu” e “Seven Nation Army” dei White Stripes: ed è subito vittoria ai mondiali di calcio 2006. Tra i pochi ma accaniti supporter volati dall’Italia a Sòfia, c’è perfino chi è andato ad accendere un cero in chiesa per scaramanzia, sabato mattina.

I familiari di Raffaeli, emozionati e riservati, sono stati più sobri. “Finalmente stasera (ieri sera, ndr) ceniamo con lei - dice il padre, Gianni, che le assomiglia come una goccia d’acqua -. Sofia non esterna molto ciò che prova, ma è capace di una concentrazione infinita. Sapeva che l’occasione era unica, anche se la strada è stata in salita”. Accanto a lui il figlio e la moglie, Milena Martarelli: “A me basta vedere lo sguardo felice di Sofi e di Juli (l’allenatrice e sette volte campionessa italiana, ndr) per gioire con loro - dichiara la mamma -. Sofia voleva questo traguardo: ci credeva con tutte le sue forze”.

In arena a contemplare la stella italiana della ritmica c’era anche il nonno materno, Nello, 78 anni. Non poteva mancare: ha accompagnato Sofia in palestra ogni giorno per dodici anni, da Chiaravalle a Fabriano. “Fanno 60mila chilometri in tutto - racconta, con gli occhi pieni di lacrime che, tenacemente, non scendono -. Ho visto l’intera gara, ma alla fine sono dovuto scappare via: piangevo come un ragazzino”.

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