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Non c'è solo stato solo calcio all'evento del Foglio a San Siro

Francesco Gottardi

Da Tortu a Sacchetti. Max Sirena e motori accesi con la F1. Giovedì a Milano all'evento del nostro giornale c'è stata una "sfilata" di medaglie e di sogni

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Il primo atleta a salire sul palco è Filippo Tortu. “Sei lento”, lo pungola il presidente del Coni Giovanni Malagò cedendogli il testimone del Foglio sportivo a San Siro. “Presentatemi come staffettista di Tokyo”, risponde l’oro olimpico nella 4x100. L’impresa che tutto cambia: “C’è più attenzione nei miei confronti, ma anche consapevolezza da parte mia: sono pronto ai prossimi Mondiali ed Europei”. L’esempio di chi cade nella polvere: “La batosta nella semifinale dei 100 metri è stata tremenda”. E di chi si rialza: “Però mi ha aiutato. In quattro giorni sono diventato un atleta diverso: grazie al supporto di papà e di Gimbo Tamberi, fresco di medaglia, con cui sono rimasto a parlare fino alle cinque del mattino. Poi è arrivato un trionfo di squadra: io, Jacobs, Patta, Desalu, tutti abbiamo liberato la nostra componente irrazionale. Quella che non si pone limiti, anche se sulla carta eravamo da quinto posto, quella che punta alla vittoria. E così è stato”. 

 

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Per gli Azzurri del basket invece non è arrivato il podio ma un percorso che lascia il segno, nell’ultima Olimpiade. “Non so in quanti si aspettavano di vederci a Tokyo”, sorride coach Meo Sacchetti. La forza del gruppo aiuta nei momenti difficili e questa è la chiave della mia Italia”. Che a settembre tornerà sul parquet per gli Europei, in casa. “Non ammetteremo più defezioni”, promette Gianni Petrucci, numero uno della Fip. “Sacchetti è autorizzato a convocare tutti i migliori: la scorsa estate, avere Gallinari per 28 giorni ci è costato 480 mila euro. In questo sport purtroppo manca la cultura sportiva nei confronti delle nazionali. Ma noi andiamo avanti per la nostra strada. Al Mondiale bisogna andarci. E il sogno deve rimanere la medaglia olimpica”.

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Come sono riusciti a conquistare gli atleti del pattinaggio, a Pechino 2022. “Anche se siamo un po’ gelosi dell’Olanda”, sorridono Tommaso Dotti, Yuri Confortola, Davide Ghiotto, Francesca Lollobrigida, Arianna e Martina Valcepina. “Loro hanno il ghiaccio in casa e attenzioni mediatiche: noi dobbiamo fare autentiche acrobazie all’estero, per trovare le strutture adeguate. Però sfatiamo il mito sulla rivalità fra pista lunga e short track: siamo tutti pattinatori, ma sono due discipline non confrontabili”. Dalle lame alla vela, salpiamo con Luna Rossa “Quest’estate torneremo in mare con tante novità nel nostro team per cercare di essere ancora più competitivi”, dice il capobarca Max Sirena. “Avere la Coppa America nel Mediterraneo per il pubblico italiano sarà fantastico, uno spettacolo: ci aspettiamo centinaia di migliaia di persone. Non vediamo l’ora di cominciare”. E poi il golf, che festeggia un traguardo storico con Giampaolo Montali: “È da sei anni che lavoro per portare la Ryder Cup in Italia”, esulta il direttore generale del progetto che porterà il grande golf aRoma nel 2023. “Non è solo una gara di sport che dura una settimana, ma un progetto di crescita di questo sport per il nostro paese fino al 2027. Comprende il golf nelle scuole, per le donne, cento tornei internazionali da disputare. Ora viene il bello”. Momento curiosità. “In pochi sanno che il golf è lo sport più praticato al mondo e la Ryder Cup è il terzo evento per appeal dopo la finale dei Mondiali di calcio e le Olimpiadi”.

Si può avere impatto sui media o sull’intera società. È il caso di Francesca Porcellato, atleta paralimpica: “Lo sport è un linguaggio che arriva ovunque”, dice l’ex paraciclista. “Nel mio caso è stato il viatico per cambiare la cultura e la struttura di una nazione. Ho visto le Paralimpiadi nascere e le vedo oggi: c’è stato un progresso incredibile, anche a livello di mentalità sociale. Trattati e leggi non sarebbero riusciti ad avere l’impatto d’inclusione ricoperto dal nostro settore”. Il pomeriggio prosegue con tanti ex campioni freschi di ritiro. “È davvero difficile dire stop”, racconta Francesca Piccinini, pallavolista fino a un anno fa. “Però arriva un momento in cui il corpo non risponde più come un tempo. La decisione arriva pian piano”. Per alcuni invece, come Silvia Salis, dire basta può essere addirittura un’occasione: “Non essere stata una grande atleta è la fortuna della mia vita”, spiega la prima vicepresidente donna del Coni. “Questo mi ha sempre spinto a guardare al futuro. Sono qui per il ruolo che ricopro oggi e non da ex lanciatrice di martello. La mia sfida ora è incentivare i grandi campioni a costruire quello che verrà: dopo il ritiro la vita è molto più lunga. Il sistema sportivo ha grandi responsabilità educative in questo senso. E avere un passato da atleti è un valore aggiunto ma non basta: il 98 per cento dei dirigenti sportivi non ha esperienze agonistiche alle spalle. C’è tanto da studiare”.

La prerogativa di ogni successo. Anche nel mondo motori. “Non smettiamo mai di farlo”, sorride Marco Tronchetti Provera, ceo del gruppo Pirelli. “Il 2022 è stato l’anno delle nuove gomme in Formula 1: siamo contenti, il pilota che si diverte è la cosa più importante. Questi pneumatici hanno un percorso di degrado più controllato in condizioni estreme e soddisfano chi guida. Per noi sono un successo. Ma sui materiali l’evoluzione è continua”. Mario Almondo, una vita in Ferrari e responsabile area performance Brembo, inizia invece citando Aristotele: “L’eccellenza è primeggiare in qualcosa continuativamente nel tempo”. Come il Cavallino rampante. “Puntare a essere i migliori vuol dire ricerca: senza compromessi sulla qualità e sulla sicurezza, cercando sempre di accelerare al massimo. Ma al rovescio, e quindi frenando”. Per Alessandra Zinno, “eccellenza è anche longevità ai vertici, come i cent’anni dell’Autodromo di Monza”, chiude la direttrice del circuito. Cala il tramonto su San Siro, il girotondo sportivo è al completo.

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