Cerchi magici

Evviva l'Italia. Tokyo 2020 è un sogno a occhi aperti

Maurizio Crippa

Quest’estate italiana iniziata a Wembley e proseguita con le Olimpiadi è una montagna d’oro e di simboli e di consapevolezza. “Non svegliateci più” da questo magnifico sogno. Anzi sì, godiamocelo. Servirà

"Non svegliateci mai più, non è possibile”. Lo ha scritto Filippo Tortu, poco dopo. Ma quanto è bello poterlo dire anche noi, per una volta, tutti noi. Non svegliateci mai più, lasciateci sognare. Quanto è bello in questa incredibile, insperata estate 2021 piena d’oro e di simboli e di stelle non volersi svegliare mai più, non avere nient’altro da dire né da chiedere. Non dover cercare le parole. Certo, è solo sport. Ma lasciarsi cullare dall’onda azzurra e tricolore di una ben meritata bonanza nazionale. E divertirsi persino, per una volta, con quel patriottismo sciovinista che di solito invidiamo, o rinfacciamo, agli altri paesi. Non svegliateci mai più.

  
Ma ieri mattina ci siamo svegliati, per una volta non così scontenti di essere italiani, e l’oro nella marcia l’aveva già vinto Massimo Stano: mica vincerà la stessa gara, la 20 km, anche Antonella Palmisano? Invece sì, non svegliateci mai più. C’è il karate, e siamo pur sempre italiani, mica vinceremo anche il karate, al Budokan poi! Non svegliarci più, Luigi Busà. E arriva la 4x100, la regina delle staffette, e va bene che c’è Marcell, l’uomo volante, ma mica vinceremo anche la 4x100. Non è mai accaduto. Non è mai accaduto nemmeno a una nazione europea (perché sì, oggi nazionalisti e stronzi siamo noi: i russi non sono europei e i brexiteer  nemmeno loro, tiè). Invece è accaduto, dopo la prima volta nei cento metri, la prima volta nella staffetta. Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu, Filippo Tortu. Non svegliateci mai più.

  
Sarebbe bello restare così, in quest’estate benedetta, a godersela a furia di inni di Mameli e di sfottò per gli avversari. E poi vincere così, di un centesimo, la testa avanti di Filippo Tortu, e un’altra volta ancora con un pugno di mosche la Gran Bretagna, cioè l’Inghilterra allargata, come a Wembley nel loro gioco preferito. It’s coming Rome, come tutto in questa magica estate. Non svegliateci più, e nelle cuffie sentire in loop il cronista inglese: “Sarà oro per la Gran Bretagna?”, urlava. “Oh nooo… per l’Italia”. Goduria.

  
Non svegliateci più. E invece sì. Perché quest’estate italiana iniziata a Wembley e proseguita in un crescendo rossiniano (quant’è bello, per una volta, poter dire proprio “crescendo rossiniano”, a pieni polmoni di retorica nazionale) a Tokyo, se deve essere un sogno è però un sogno a occhi aperti. Anzi non è un sogno, è una montagna d’oro e di simboli e di consapevolezza. Queste Olimpiadi sono un evento nazionale incredibile, 38 medaglie sono una in più del record di Los Angeles 1932, preistoria nell’Anno X E. F., e di Roma 1960, anno 14° della Repubblica. Dieci ori, dieci argenti, diciotto bronzi. Sono le medaglie del riscatto e della rinascita per atleti che hanno sofferto in passato, ma non si sono fatti cadere le braccia; sono le medaglie delle vecchie glorie che poi saluteranno; e quelle dei nuovi italiani che cantano l’Inno più a squarciagola di tutti. Sono la consapevolezza di un’Italia che ce la sa fare. E’ un nuovo Rinascimento? E chi lo sa. Ma non svegliateci più, anzi sì: a occhi aperti dobbiamo viverla, noi italiani, l’Estate del nostro risveglio. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"