Euro 2020

La monarchia illuminata di Southgate contro la Germania

Andrea Romano

Inghilterra-Germania è un match in grado di evocare vecchi fantasmi calcistici e Gareth Southgate non può dimenticarlo. Il ct degli inglesi ha creato una squadra più simile a un collettivo che a un esercito. E aspetta solo il momento di trasformare la sua rivincita personale in una rivalsa collettiva

Quell’immagine torna a tormentarlo di tanto in tanto. Lui che prende la rincorsa dal limite dell’area, il cuoio che si deforma contro il suo piede destro, la palla che schizza verso la porta. Avanza lentamente, un centimetro dopo l’altro, sospinta dal soffio di uno stadio intero. Fino a quando non si infrange contro la mano aperta di Andreas Köpke. E poi giù le lacrime. Quelle di una squadra e di una nazione intera. Ci sono errori che ti intrappolano. Per anni Gareth Southgate è stato l’uomo che ha sbagliato quel rigore. E’ il 26 giugno 1996, a Wembley Inghilterra e Germania si contendono un posto nella finale degli Europei. Dopo un quarto d’ora le squadre sono già ferme sull’1-1. Il risultato non cambierà più. Una parità totale che solo la giustizia parziale dei calci di rigore può sbriciolare. Dagli undici metri segnano tutti. Tutti tranne Southgate. Le tribune si ammutoliscono. Il Football torna a casa sì, ma non nel senso che intendeva Ian Broudie. Una vicenda ormai vecchia. O forse no. Perché come diceva Marx, la “storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.

Così stasera Southgate affronta la Germania con un obiettivo chiaro: passare ai Quarti, ma soprattutto non farsi appiccicare un’altra etichetta addosso. In Inghilterra se ne parla ormai da qualche settimana. L’ottimismo tiene ancora, ma Mr. Nice Guy, il signor bravo ragazzo, viene accusato di molte cose diverse. Troppo conservatore, troppo difensivista, troppo ossessionato dall’equilibrio. E poi ancora troppo poco spazio concesso a Jadon Sancho (6 minuti giocati in tutto il girone) e troppo ritardo nel ritagliare un ruolo a Jack Grealish. Le critiche hanno trovato terreno fertile nella contabilità dei gol di questa Inghilterra. Appena due reti realizzate in tre partite. Griffate entrambe da Sterling. Nessuna squadra passata agli Ottavi ha fatto peggio. Kane non ha graffiato. Per lunghi tratti la partita inaugurale contro la Croazia è stata uno strazio, così come la gara contro la Scozia. La sensazione è che la Nazionale dei Tre Leoni fatichi a tirare fuori il talento dei suoi attaccanti. Il problema, però, sarebbe di impianto. Ai Mondiali del 2018 la squadra di Southgate giocava con una difesa a 3, da qualche mese l’Inghilterra è passata a un assetto difensivo a 4. Contro la Repubblica Ceca il ct ha schierato come centrale di sinistra Harry Maguire. Piccolo dettaglio: il difensore è un destro naturale. Anche per questo Southgate starebbe pensando di ritornare alla difesa a tre con Henderson centrale di centrocampo per dare ritmo alla manovra.

Dopo cinque anni alla guida della Nazionale, la sfida negli Ottavi di finale contro la Germania rischia di diventare la gara dei bilanci per Southgate. Al di là del quarto posto a Russia 2018, il saldo è molto positivo. Anche perché l’ex difensore di Crystal Palace, Aston Villa e Middlesbrough ha creato un concetto diverso di Nazionale, una monarchia illuminata che è il contrario esatto dell’ancien régime che Capello provò a instaurare fra il 2007 e il 2015. La parola d’ordine non è più disciplina, ma “empatia”. Southgate non sovreccita i suoi giocatori, infonde calma, offre sostegno. La gerarchia è abbattuta, la strada è quella della “responsabilizzazione”. Ogni membro della rosa deve dare la sua opinione. Continuamente. I calciatori forniscono pareri sul gioco della squadra, sui metodi di allenamento. L’idea è che questa compartecipazione possa aiutarli a prendere la decisione più giusta in campo. Soprattutto nei momenti più difficili della partita. Un collettivo, più che un esercito. Ma non per questo meno combattivo. “Gareth sa esattamente di cosa hanno bisogno le persone, di cosa hanno bisogno i calciatori”, ha detto qualche giorno fa Ben White, mentre una fonte anonima ha rivelato che tutti i giocatori inglesi considerano Southgate un allenatore di primissima fascia.

Nessuna squadra più della Germania rappresenta un incubo per l’Inghilterra. La lista di disfatte contro la Mannschaft è lunga e dolorosa. Eliminazione ai rigori nella Semifinale di Italia 90, stessa sorte negli Europei casalinghi del 1996, sconfitta per 4-1 negli Ottavi del 2010 (con tanto di gol fantasma di Lampard). Ora Southgate proverà a trasformare la sua rivincita personale in una rivalsa collettiva, come le parole private pronunciate in pubblico in quella poesia di T. S. Eliot.

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