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Aprite l'Olimpico per gli Europei

Redazione

L’Uefa ha fretta, è una sfida da vincere verso il ritorno a una normalità 

Tra le molte sfide che l’Italia deve affrontare nei prossimi mesi per uscire dal tunnel della pandemia e ripartire, ce n’è una apparentemente secondaria ma che se vinta darebbe un segnale importante sulla voglia di tornare alla normalità del nostro paese. La sfida è quella degli Europei di calcio, che dall’11 giugno all’11 luglio vedranno ventiquattro Nazionali affrontarsi in dodici stadi di dodici città diverse. Da programma quattro partite si dovrebbero giocare all’Olimpico di Roma. Usiamo il condizionale perché l’Uefa ha stabilito che si giocherà soltanto negli impianti aperti al pubblico, e al momento l’Italia non ha ancora garantito di lasciare entrare gli spettatori nelle quattro tappe romane del torneo. Quando l’Uefa parla di stadi aperti non ha in mente spalti gremiti da decine di migliaia di tifosi ammassati e assembrati, ma pensa a strutture in cui l’afflusso del pubblico sia controllato e organizzato in modo da non rischiare focolai di Covid.

 

Il presidente della Figc Gravina ha rassicurato l’Uefa, dal governo è arrivata una promessa informale, ma ancora manca l’impegno ufficiale. Il tempo però stringe, l’Uefa aspetta una risposta entro il 19 aprile, e ieri il coordinatore del Cts Locatelli ha chiesto qualche settimana  per fare “una previsione più in linea con gli andamenti epidemiologici” e adottare “protocolli in linea” con l’emergenza. Gli organizzatori del torneo continentale,  rimandato nel 2020, hanno però bisogno di certezze a breve, non di   rinvii. Come ha detto il sottosegretario Vezzali, queste  partite “possono segnare il rilancio e sottolineare l’importanza di continuare a ospitare eventi” in Italia. Aprire l’Olimpico non vuol dire rinunciare alle misure di contenimento o fare eccezioni per “i soliti privilegiati del calcio”, ma immaginare con creatività soluzioni sicure dimostrando di essere pronti alle sfide che la lotta al Covid mette davanti al nostro paese. Un paese che, a meno di  tragiche recrudescenze a giugno, è in grado di organizzare gli Europei e tutelare la salute di chi vuole finalmente tornare allo stadio.

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