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calcio e finanza

Soldi, soldi, soldi. Perché il futuro in bilico dei diritti tv fa litigare tra loro i presidenti di Serie A

Matteo Spaziante

La tensione all’assemblea di giovedì scorso e il voto rinviato sulla piattaforma che trasmetterà le partite nel prossimo triennio (Dazn favorita su Sky, ma lo streaming reggerà?). Che cosa succede adesso

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Il futuro in bilico e una tensione che cresce. Che il nervosismo tra i club per il domani della Serie A tra fondi e diritti tv sia particolarmente alto è emerso con forza durante l’ultima assemblea delle società di giovedì a Milano: una rissa quasi in stile saloon tra il patron del Genoa Enrico Preziosi e il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia, con tanto di mani addosso e altri presenti a dividere i due litiganti. Ma come si è arrivati dal votare con larga maggioranza a favore della creazione della media company (quindi aprendo apertamente ai fondi di private equity) fino agli schiaffi durante l’assemblea? Nel giro di poche settimane, infatti, tutto è cambiato. 

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Il futuro in bilico e una tensione che cresce. Che il nervosismo tra i club per il domani della Serie A tra fondi e diritti tv sia particolarmente alto è emerso con forza durante l’ultima assemblea delle società di giovedì a Milano: una rissa quasi in stile saloon tra il patron del Genoa Enrico Preziosi e il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia, con tanto di mani addosso e altri presenti a dividere i due litiganti. Ma come si è arrivati dal votare con larga maggioranza a favore della creazione della media company (quindi aprendo apertamente ai fondi di private equity) fino agli schiaffi durante l’assemblea? Nel giro di poche settimane, infatti, tutto è cambiato. 

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L’offerta da 1,7 miliardi per il 10 per cento della nuova media company da parte della cordata formata da Cvc, Advent e Fsi sembrava essere perfetta per una Serie A in crisi, con gli stadi chiusi e la prospettiva di un’asta per i diritti tv del triennio 2021/24 decisamente al ribasso. Per questo larga parte dei club si era detta favorevole all’operazione, dando più importanza ai pro (una liquidità fondamentale immediata insieme a un “paracadute” di sopravvivenza per i prossimi anni) che ai contro (cedere a terzi un peso importante per il controllo dell’aspetto più importante in Lega, quello commerciale). 

   

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L’affare coi fondi, così, fino a qualche settimana fa sembrava in sostanza indirizzato verso una conclusione positiva. Il lancio dell’asta per i diritti tv ha però cambiato le carte in tavola: le offerte da Sky e Dazn hanno sottolineato che l’interesse per il campionato in Italia da parte delle emittenti è ancora alto. Dopo le trattative private, la pay tv di Comcast ha messo sul piatto 750 milioni di euro a stagione con possibile incremento di 50-70 milioni in caso di creazione di un canale light. Dazn invece ha offerto 840 milioni per trasmettere 7 match in esclusiva e 3 in co-esclusiva, e con Sky che ne offre 70 per i tre in comune il totale al momento è pari a 910 milioni, non troppo distante dai 973 milioni incassati nel triennio ancora in corso (dal 2018 al 2021). In sostanza, quindi, offerte importanti, intorno ai 200 milioni in più rispetto a quanto la stessa Lega si attendeva nei mesi scorsi

   

Offerte soprattutto che hanno fatto cambiare idea a molti anche sul fronte dei fondi. “Perché cedere così tanto potere se siamo capaci di farlo da soli?”, la posizione di molti, allettati in particolare dalla proposta di Dazn che è in netto vantaggio e a un passo dalla vittoria. Si arriva così all’assemblea di giovedì, in cui il nervosismo sale, si accende con lo scontro Preziosi-Campoccia e la Serie A si spacca a metà, nuovamente sul tema fondi. Da una parte 10 squadre tra cui quasi tutte le big (Juve, Inter, Milan, Lazio e Napoli), dall’altra la Roma e le “piccole”: i primi avrebbero voluto votare già giovedì il via libera all’offerta di Dazn, le altre sperano ancora nella riapertura del fronte con i private equity.

    

Una partita che di fatto è però conclusa, anche alla luce del diverso peso dei due schieramenti, con le big in un fronte compatto nel voler dichiarare chiusa la trattativa coi fondi e aprirsi definitivamente a Dazn, nonostante i dubbi di alcuni relativamente alle infrastrutture. Ma la stessa piattaforma OTT, che secondo le indiscrezioni potrebbe ricevere il supporto di Tim, ha spiegato di avere già a disposizione una struttura internet che basta per trasmettere tutto il campionato in streaming. Con buona pace dell’interesse dei private equity.
   

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