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Il Foglio sportivo - calcio e finanza

Dove va l’Europeo itinerante del 2021

Matteo Spaziante

L'indotto economico mancato sarebbe enorme, ma l'Uefa avanza i primi dubbi: a rischio le gare aperte al pubblico e la sicurezza delle stesse Nazionali

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Questo Europeo itinerante non s’ha da fare. O almeno, è questa l’impressione dopo le ultime indiscrezioni. Euro 2020 dovrebbe essere infatti la prima competizione continentale per Nazionali in versione itineranti, con gare in 12 paesi diversi dall’Italia alla Spagna passando anche per Azerbaijan e Ungheria. Ma la situazione legata al Covid mette a forte rischio la proposta nata addirittura nel 2012 e lanciata dall’allora presidente Uefa Michel Platini.

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Questo Europeo itinerante non s’ha da fare. O almeno, è questa l’impressione dopo le ultime indiscrezioni. Euro 2020 dovrebbe essere infatti la prima competizione continentale per Nazionali in versione itineranti, con gare in 12 paesi diversi dall’Italia alla Spagna passando anche per Azerbaijan e Ungheria. Ma la situazione legata al Covid mette a forte rischio la proposta nata addirittura nel 2012 e lanciata dall’allora presidente Uefa Michel Platini.

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La pandemia aveva già portato al rinvio del torneo, che si sarebbe dovuto svolgere la scorsa estate. L’Uefa  ha scelto di posticiparlo anche per lasciar spazio alla conclusione di campionati e coppe tra luglio e agosto. Euro 2020 rimarrà tale quindi anche se si giocherà nel 2021, il grande rischio però è quello di dover ridurre tutto a un formato classico, in una sola sede. A svelarlo è stato l’ad del Bayern Monaco Karl-Heinz Rummenigge, nei giorni scorsi. “So che il presidente Uefa, Aleksander Ceferin, si sta chiedendo se non sia il caso, visto che la pandemia è ancora in atto, di far svolgere gli Europei in una sola nazione con un protocollo sanitario molto rigido”, le sue parole. “L’Uefa dovrà prendere una decisione nelle prossime settimane su come e dove dovrebbe svolgersi il torneo. Non sarà facile, ma  Ceferin e l’Uefa prenderanno la decisione giusta con grande attenzione e considerazione”, ha poi aggiunto.

 

Nei mesi scorsi era comparsa l’ipotesi Russia, alla luce dei recenti Mondiali ospitati, ma l’Uefa aveva poi smentito. Nel frattempo i problemi sono rimasti tali, anzi forse addirittura aumentati considerando la situazione della pandemia. Il rischio così non è solo quello delle porte chiuse (con danno da 500 milioni per l’Uefa), ma anche di non riuscire a garantire la sicurezza totale delle varie Nazionali, tra spostamenti e allenamenti.  Resta da capire, però, come sarà accettata l’eventuale decisione dell’Uefa da parte di chi, come ad esempio Roma, dovrebbe ospitare le gare. Basti pensare che Dublino, dove si dovrebbero giocare tre gare della fase a gironi e un ottavo di finale, aveva stimato un indotto economico pari a 106 milioni di euro per l’economia della capitale.

 

 

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