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Così iniziava l'epopea del cholismo in panchina

Alberto Facchinetti

Dieci anni fa la iniziava la prima avventura in Europa del Simeone allenatore. C’è un Catania argentino alla radice dell’Atletico Madrid

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Lo sforzo non è negoziabile. Diego Pablo Simeone è appena arrivato a Catania e già enuncia uno dei comandamenti fondamentali del Cholismo, religione calcistica nata quattro anni prima in Argentina, dove l’allenatore ha vinto titoli nazionali con l’Estudiantes e il River Plate. Ora il suo credo deva diffondersi in Europa perché è qui che il Cholo ha sviluppato tutta la sua carriera da calciatore.

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Lo sforzo non è negoziabile. Diego Pablo Simeone è appena arrivato a Catania e già enuncia uno dei comandamenti fondamentali del Cholismo, religione calcistica nata quattro anni prima in Argentina, dove l’allenatore ha vinto titoli nazionali con l’Estudiantes e il River Plate. Ora il suo credo deva diffondersi in Europa perché è qui che il Cholo ha sviluppato tutta la sua carriera da calciatore.

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Sulla panchina dei siciliani è stato seduto Marco Giampaolo per tutto il girone d’andata. Al giro di boa la squadra ha totalizzato 21 punti, tre sopra la zona retrocessione. Il 13 gennaio 2011 il Catania perde con la Juve in Coppa Italia, la domenica successiva pareggia 1-1 con il Chievo. Ma l’amore tra Giampaolo e l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco non è scoccato, il contratto viene risolto consensualmente. Il Catania è una squadra argentina iscritta in serie A. A inizio gennaio sono dodici in rosa i calciatori connazionali di Maradona e Messi. Pablo Barrientos è stato appena mandato in prestito all’Estudiantes. Con la firma di Simeone arrivano anche Gonzalo Bergessio ed Ezequiel Schelotto. Si aggiungono a Mariano Andújar e Pablo Álvarez, che con il Cholo hanno vinto il campionato con l’Estudiantes e al Papu Gómez, con Simeone già al San Lorenzo. Gli altri della banda sono Nicolás Spolli, Ezequiel Carboni, Matías Silvestre, Pablo Ledesma, Maxi López, Mariano Izco, Cristian Llama e Adrián Ricchiuti. Lo Monaco conosce da tempo Jorge Cyterszpiler, il primo storico agente di Diego Maradona. Nei Novanta il dirigente di Torre Annunziata è un osservatore che lavora per l’Udinese e spesso è in Argentina a caccia di talenti. Cyterszpiler se ne intende di fútbol, segnala i giocatori di valore, soprattutto sa prevedere la loro adattabilità al calcio italiano. Raramente sbaglia.

    

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A questo Catania mancava solo una guida argentina. Il Cholo porta con sé due suoi uomini. Il Mono Burgos, un anno più grande del Cholo, è stato il portiere dell’Atletico Madrid e della Selección negli anni in cui giocava anche Simeone. Il suo vice in Argentina è sempre stato Nelson Vivas, che però ora lo ha salutato: “Cholo, ricordiamoci sempre che anche nel vocabolario la parola Sforzo viene prima di Successo”. Nello staff Simeone sostituisce l’amico con il suo vecchio compagno, che dopo l’addio al calcio ha fatto soprattutto dischi rock. Burgos, un omone di 188 centimetri è evidentemente in sovrappeso. Fa paura solo a vederlo, in panchina sembra la guardia del corpo del primo allenatore. Nei mesi catanesi, per merito anche di una scommessa vinta riuscirà a perdere decine di chili. Senza che a venire meno siano la sua personalità e il coraggio. Il preparatore atletico è Oscar Ortega, un uruguagio di nascita che tutti chiamano Profe. Il primo giorno di allenamento coincide con l’inaugurazione del modernissimo centro sportivo di Torre del Grifo ed è chiaro da subito che Simeone lascia molta autonomia ai due colleghi.

  

La partenza in campionato è lenta. Se Giampaolo aveva concluso l’esperienza con un pareggio, Simeone inizia con una sconfitta a Parma, dove è tornato a giocare Hernan Crespo. Il centravanti argentino tranquillizza i catanesi, serve un po’ di tempo per il Cholismo. Ma Simeone saprà imporsi. Ma dopo quattro giornate della nuova gestione, è arrivato solo un punto a Cesena. È un momento difficile, in questi casi l’allenatore, il più giovane della serie A, può bruciarsi la carriera. Il 13 febbraio in casa con il Lecce schiera 9 argentini dal primo minuto, anche se il 3-2 finale glielo regala una doppietta di Lodi, fatto entrare nel secondo tempo. In trasferta continua a fare fatica, ma al Massimino il Catania diventa un rullo compressore. Il 3 aprile allo stadio ci sono quasi 20 mila spettatori per il derby con il Palermo che viene distrutto per 4-0. Finalmente arriva un’impresa esterna. Con la Juve alla doppietta di Del Piero risponde il Papu Gómez e il solito Lodi. L’esultanza al gol del pareggio, con una corsa pazza in direzione del suo pubblico, mentre rischia più volte di finire a terra, è emblematica della grinta del Cholo.

 

In questi pochi mesi, qualcosa più di quattro, è cresciuto molto a livello tattico, cambiando spesso modulo senza derogare mai dai quattro dietro. Ma è soprattutto nella gestione delle avversità che si è formato l’allenatore. Lo ammetterà anche negli anni successivi. Catania per il Cholismo è stato uno snodo fondamentale.

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La salvezza arriva durante il viaggio di ritorno da Brescia. La vittoria fuori casa non dà ancora matematicamente la tranquillità. Quella arriva in serata nel volo aereo, mentre tutta la squadra è in ascolto della radiocronaca del derby di Genova, conclusosi a favore dei rossoblù con una rete sul finale dell’argentino Boselli. Simeone fa il giro di tutti i suoi ragazzi per ringraziarli. Poi esplode la festa ed è una fortuna che la compagnia aerea sia quella di proprietà del presidente Pulvirenti. 

 

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Alla penultima giornata il Catania vince 2-1 a Roma. Con 46 punti in classifica il Catania realizza il suo record in serie A. Il gol vincente lo fa oltre il 90esimo il Papu Gomez. Era stato il Cholo al San Lorenzo a spostarlo da trequartista puro in una posizione più laterale senza fargli perdere la centralità nel gioco. “È in questo ruolo che ti imporrai in Europa”. Ritrovato a Catania, gli prospetta un futuro in una big del calcio italiano.

 

Il contratto di Simeone sarebbe valido anche per la stagione successiva. Ma dopo pochi mesi si interrompe consensualmente il rapporto. Sembra che Simeone voglia qualcosa di più in sede di calciomercato per crescere ancora. La società lo stima, ma può essere non ci abbia creduto al 100 per cento. Si fa ancora qualche mese al Racing de Avellaneda, sempre in compagnia di Ortega e Burgos, poi arriva la chiamata che sogna da tempo. Dall’Atletico Madrid. Non è passato nemmeno un anno dall’arrivo a Catania. Il Cholo si sente pronto. Sull’aereo verso Madrid dà di gomito all’amico Mono, senza lasciarlo dormire nemmeno un attimo. “Io voglio che facciamo la storia”. La faranno. Vincendo una Liga, una coppa del Re, una supercoppa spagnola, due Europa League e altrettante supercoppa Uefa. Manca soltanto la Champions, persa in maniera incredibile in due finali sempre con il Real. “Un fallimento. Un dolore che non passerà mai. Ma bisogna rimettersi al lavoro per riprovarci di nuovo”. Perché i comandamenti del Cholismo sono rimasti sempre quelli di dieci anni fa.

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