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Il Foglio sportivo

La Bundesliga combatte la crisi distribuendo meglio i soldi dei diritti tv. E la Serie A? 

Giorgio Dusi e Giorgio Tosatto

Nuovi parametri per non lasciare le “piccole” troppo lontane dalle “grandi”

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Dalla stagione 2021/22 la Bundesliga cambierà i parametri di distribuzione dei ricavi da diritti tv. Dopo l’assemblea del 7 dicembre, il CEO Christian Seifert ha spiegato l’obiettivo dei nuovi criteri: equità, stabilità e solidarietà. Parole chiave che da sempre governano il calcio tedesco, come dimostra l’esistenza della regola del 50+1 (il 50 per cento+1 delle azioni di ogni club deve appartenere allo stesso club). In periodo di Covid-19, dove molte società stanno soffrendo la mancanza dei ricavi da stadio e da matchday, assumono una valenza ancor maggiore. Il fiore all’occhiello dei quindici anni da CEO di Seifert è proprio la commercializzazione dei diritti tv, i quali per alcune società, come ad esempio l’Union Berlin, incidono fino al 50 per cento delle entrate. Basti ricordare che prima della crisi causata dal Covid i club della Bundesliga avevano aumentato i loro ricavi a oltre quattro miliardi di euro.

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Dalla stagione 2021/22 la Bundesliga cambierà i parametri di distribuzione dei ricavi da diritti tv. Dopo l’assemblea del 7 dicembre, il CEO Christian Seifert ha spiegato l’obiettivo dei nuovi criteri: equità, stabilità e solidarietà. Parole chiave che da sempre governano il calcio tedesco, come dimostra l’esistenza della regola del 50+1 (il 50 per cento+1 delle azioni di ogni club deve appartenere allo stesso club). In periodo di Covid-19, dove molte società stanno soffrendo la mancanza dei ricavi da stadio e da matchday, assumono una valenza ancor maggiore. Il fiore all’occhiello dei quindici anni da CEO di Seifert è proprio la commercializzazione dei diritti tv, i quali per alcune società, come ad esempio l’Union Berlin, incidono fino al 50 per cento delle entrate. Basti ricordare che prima della crisi causata dal Covid i club della Bundesliga avevano aumentato i loro ricavi a oltre quattro miliardi di euro.

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Le novità sono state diffuse con un comunicato ufficiale della Lega, che spiega, punto per punto, come il sistema cambierà a partire dal prossimo anno, quando entrerà in vigore il nuovo accordo quadriennale, che porterà nelle casse della DFL circa 1,25 miliardi di euro il primo anno, fino a salire a 1,44 miliardi nell’ultimo anno. La distribuzione, che coinvolge sia la Bundesliga che la Zweite Liga, facenti entrambe parte della DFL, è divisa tra diritti tv venduti in lingua tedesca e diritti tv internazionali. Per quanto riguarda i primi, porteranno nelle casse dei club una cifra totale di 1,1 miliardi l’anno di media. La distribuzione di questi si baserà su quattro criteri fondamentali: divisione equa, rendimento, nuove leve e interesse. Nei primi due anni – 2021/22 e 2022/23 – sarà dato maggior peso alla divisione equa, nei due successivi sarà dato maggior peso ai tre fattori variabili. La divisione equa rappresenterà il 53 per cento del totale nei primi due anni, per poi diventare il 50 nei successivi due. Sarà, per l’appunto, una distribuzione in parti uguali a tutti i club. In queste due stagioni i club di Bundesliga e Zweite Liga avranno 569 milioni di euro da spartire in parti uguali, mentre nei due anni successivi sarà di 604 milioni di euro. Significa che ogni club di Bundesliga per le stagioni 2021/22 e 2022/23 riceverà 24,7 milioni di euro all’anno, mentre per le stagioni 2023/24 e 2024/25 riceverà 26,2 milioni di euro all’anno. Ogni club di Zweite riceverà invece 6,9 milioni di euro all’anno per le prime due stagioni, 7,3 milioni di euro nelle successive due.

 

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Il rendimento sarà invece pari al 42 per cento del totale nelle prime due stagioni e al 43 nelle successive due. Si tratta di un calcolo decisamente più complesso e basato sulla performance dei club. Si divide in tre sotto-criteri e in tutti e tre l’ultima stagione è la più rilevante: rendimento separato negli ultimi cinque anni, rendimento generale negli ultimi cinque anni e rendimento generale negli ultimi dieci anni. Il criterio nuove leve rappresenterà il 3 per cento nelle prime due stagioni e il 4 nelle due successive: si baserà sulla crescita e sullo sviluppo dei giovani cresciuti nei vivai e nei centri federali.

 

L’ultimo criterio è l’interesse, che sarà del 2 per cento nei primi due anni e del 3 nei due anni successivi, distribuiti sulla base di sondaggi e dall’analisi dei mercati. Per quanto riguarda i diritti tv internazionali, il 35 per cento verrà distribuito in parti uguali ai club di Bundesliga, mentre il 65 sarà distribuito in base alle performance nelle competizioni internazionali (il 50 per cento su un rating quinquennale, il 15 su un rating decennale). Dal totale sarà da togliere un contributo che andrà alla Zweite Liga. Parola d’ordine: equità. Il bene dell’intero sistema prima di tutto. L’interesse del gruppo viene prima del singolo. Un modello ispirato dalla Premier League, per ridurre la forbice tra i top club e le realtà più piccole.

 

Un modello da seguire per i club di Serie A, soprattutto dopo la modifica della Legge Melandri contenuta nella Legge di Bilancio del 2018. Anche se il peso meritocratico tiene ancora molto aperta la forbice tra big e realtà di provincia. Al contrario, invece, di quanto potrebbe succedere in Bundesliga.

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Giorgio Dusi e Giorgio Tosatto
Bundesitalia.com

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